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Malta

valletta: la facciata illegale resiste, spiteri attende ancora giustizia

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Una lotta senza fine e un’ingiustizia che sembra non trovare soluzione. Anton Spiteri, un uomo di 64 anni di Luqa, combatte da quasi un decennio per far rimuovere una facciata costruita illegalmente accanto alla sua proprietà a Valletta. Ma la sua speranza ha subito un nuovo duro colpo: il tribunale ha deciso che l’Autorità per la Pianificazione non è ancora obbligata a intervenire per rimuovere quella facciata, nonostante sia stata dichiarata illegale.

Martedì scorso, il giudice Giovanni Grixti ha emesso l’ennesimo verdetto in questa intricata vicenda, che coinvolge Spiteri e Antoine Debono, proprietario di una gioielleria in Zachary Street, a Valletta. Tutto ha inizio nel 2014, quando Debono ottiene un permesso per modificare un piccolo negozio affittato dall’Autorità dei Terreni. Una delle modifiche prevede la sostituzione della facciata in legno, nonostante il responsabile del caso avesse sottolineato che un intervento del genere “non sarebbe normalmente consentito a Valletta” . Eppure, il permesso viene comunque accordato.

Debono porta avanti i lavori, rivestendo la facciata in marmo. Ma presto emerge un problema clamoroso: la ristrutturazione invade la proprietà di Spiteri oltre i limiti stabiliti dal permesso. E come se non bastasse, Debono dichiara falsamente di essere l’unico proprietario dell’edificio, senza menzionare che il terreno è di proprietà statale. Quando queste gravi violazioni vengono alla luce, l’Autorità per la Pianificazione interviene emettendo un avviso di blocco, ma l’ordine arriva solo dopo che i lavori sono ormai conclusi.

Nonostante la violazione fosse palese, Debono tenta di sanare il lavoro già realizzato. Tuttavia, il responsabile del caso scopre che il progetto infrange chiaramente le normative urbanistiche e la richiesta di sanatoria viene respinta nel novembre 2016. Ma incredibilmente, il Tribunale dell’Ambiente e della Pianificazione ribalta questa decisione, dichiarando che le differenze tra il progetto approvato e i lavori realizzati erano “minime” .

Spiteri non si lascia scoraggiare e decide di agire legalmente per far dichiarare illegale il permesso. Nel gennaio 2020, il giudice Mark Chetcuti gli dà ragione, stabilendo che Debono non aveva mai ricevuto l’autorizzazione dall’Autorità dei Terreni per realizzare quei lavori. Ma nonostante la vittoria in tribunale, la facciata incriminata resta saldamente al suo posto.

Ecco che Spiteri si ritrova di nuovo in tribunale, nel gennaio 2021, chiedendo che l’Autorità per la Pianificazione faccia rispettare la sentenza e rimuova la facciata illegale. Durante le nuove udienze, i funzionari dell’Autorità dichiarano che, anche se un ordine di blocco è stato emesso già nel 2016 e le multe giornaliere contro Debono continuano ad accumularsi, la rimozione diretta della facciata rappresenta “una misura estrema”, da adottare solo come ultima risorsa.

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L’Autorità afferma di non poter procedere alla rimozione a causa di una causa civile in corso tra Spiteri e Debono, riguardante lavori interni alla proprietà. Il giudice Grixti concorda con questa posizione, spiegando che, sebbene il tribunale abbia già dichiarato illegali i lavori, non ha ancora ordinato esplicitamente la rimozione della facciata “in questa fase” .

Intanto, la facciata in marmo, costruita senza permesso, rimane lì, quasi cinque anni dopo essere stata dichiarata illegale.

Foto: Matthew Mirabelli

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