La Corea del Sud è in stato di allerta, e non si nasconde: il ministero degli Esteri sudcoreano ha espresso venerdì una “profonda preoccupazione” per la mossa shock della Russia di ratificare un trattato di difesa con la Corea del Nord. In un appello diretto e senza mezzi termini, Seoul ha chiesto a Mosca di interrompere immediatamente la sua “cooperazione illegale” con Pyongyang, una collaborazione che ha messo il mondo intero sul filo del rasoio.
Giovedì, il parlamento russo ha votato all’unanimità per ratificare questo trattato di difesa con la Corea del Nord, che prevede “assistenza reciproca” in caso di attacco. Ma ciò che più inquieta la comunità internazionale è l’accusa lanciata da Seoul e dagli Stati Uniti: migliaia di soldati nordcoreani sarebbero in addestramento sul suolo russo, e questa settimana l’Ucraina ha rilanciato affermando che questi militari sono stati avvistati nella “zona di combattimento”
della regione russa di Kursk, a pochi chilometri dal confine ucraino. Mosca e Pyongyang, per ora, continuano a negare con fermezza.
“Seoul esprime grave preoccupazione per la ratifica del trattato tra Russia e Corea del Nord in un momento in cui le truppe nordcoreane sono schierate in Russia”, ha dichiarato il ministero degli Esteri sudcoreano. E l’appello non finisce qui: il governo di Seoul “esorta con forza il ritiro immediato delle truppe nordcoreane e la cessazione della cooperazione illegale”
.
La Corea del Sud non intende restare a guardare: “Il governo collaborerà con la comunità internazionale per rispondere fermamente alla cooperazione militare tra Russia e Corea del Nord, e prenderà le misure appropriate man mano che la loro collaborazione militare si intensificherà”
ha proseguito la nota ufficiale.
Nella giornata di giovedì, il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol ha alzato ulteriormente il livello di allarme, definendo il dispiegamento di truppe nordcoreane in Russia una “provocazione che minaccia la sicurezza globale, oltre che della Penisola Coreana e dell’Europa”
. Le dichiarazioni sono giunte subito dopo un colloquio serrato con il presidente polacco Andrzej Duda.
Yoon ha inoltre lanciato un segnale forte, affermando che la Corea del Sud potrebbe finalmente “rivedere” la propria storica decisione di non fornire armi all’Ucraina, una scelta mai presa prima per rispetto della sua politica interna. Un messaggio chiaro, rivolto a Mosca.
Come se non bastasse, Pyongyang ha dato un’altra dimostrazione della sua volontà di distanziarsi dal Sud adottando un nuovo inno nazionale. Secondo gli esperti, è l’ultimo passo del leader nordcoreano Kim Jong Un per rafforzare l’immagine della Corea del Nord come nazione del tutto indipendente e ostile alla Corea del Sud. Inoltre, la Corea del Nord ha emendato la sua costituzione definendo il Sud come uno “stato ostile”
e, la scorsa settimana, ha addirittura distrutto le strade e le ferrovie che un tempo collegavano i due Paesi, chiudendo qualsiasi porta verso una riconciliazione.
Foto: AFP