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Sarkozy in tribunale: l’ombra di Gheddafi sulla campagna del 2007

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L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy torna sotto i riflettori, ma questa volta non per un trionfo politico, bensì per difendersi da accuse esplosive. L’accusa? Aver accettato denaro dal famigerato dittatore libico Moamer Gheddafi per finanziare la sua campagna presidenziale del 2007. In tribunale, Sarkozy ha respinto con forza ogni accusa, affermando: “Non troverete mai un solo euro, un solo centesimo libico nei miei fondi elettorali.”

Con una determinazione incrollabile, l’ex presidente ha aggiunto: “Ho sempre assunto le mie responsabilità e intendo farlo anche in questi quattro mesi di udienze.”  La vicenda giudiziaria coinvolge dodici imputati, tra cui ex collaboratori di Sarkozy, accusati di aver stretto un accordo segreto con Gheddafi per finanziare illegalmente la campagna elettorale che lo portò all’Eliseo. Tuttavia, tutti negano le accuse, insistendo sulla loro innocenza.

Sarkozy è stato il primo a prendere la parola, dipingendo un quadro drammatico della sua situazione legale: “Dieci anni di calunnie, 48 ore in custodia di polizia, 60 ore di interrogatori e 10 anni di indagini. E cosa abbiamo trovato? Nulla, per quanto mi riguarda.” Non ha nascosto la sua indignazione, aggiungendo: “C’è molto per cui essere arrabbiati. Non ci sono soldi di corruzione perché non c’è stata alcuna corruzione del candidato.”

Se riconosciuto colpevole, Sarkozy, oggi 69enne, rischia una condanna fino a 10 anni di carcere per occultamento di appropriazione indebita di fondi pubblici e finanziamento illecito della campagna elettorale. Il processo, che proseguirà fino al 10 aprile, rappresenta solo l’ultimo capitolo di una serie di guai legali che hanno segnato la carriera dell’ex presidente sin dalla sua sconfitta elettorale nel 2012.

Nonostante due condanne già subite, un altro processo in corso e due indagini in atto, Sarkozy continua a esercitare un’influenza significativa nel panorama politico francese, intrattenendo incontri regolari con il presidente Emmanuel Macron.

Questo nuovo processo arriva appena poche settimane dopo che la Corte Suprema francese ha respinto l’appello di Sarkozy contro una condanna a un anno di reclusione per traffico di influenze. Per quella sentenza, Sarkozy sconterà la pena con un braccialetto elettronico, evitando così il carcere.

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Foto: AFP

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