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Rinvio della condanna di Trump: il verdetto slitta oltre le elezioni

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La condanna di Donald Trump per il caso dei pagamenti segreti a New York è stata clamorosamente rinviata! Un vero colpo di scena che arriva mentre la sfida tra il tycoon repubblicano e la democratica Kamala Harris si fa sempre più infuocata. Il tribunale ha deciso di spostare la sentenza a dopo le elezioni presidenziali di novembre, una mossa che potrebbe cambiare le sorti dell’intera corsa alla Casa Bianca!

Trump avrebbe dovuto ricevere la sua condanna il 18 settembre, ma grazie ai suoi avvocati, il giudice Juan Merchan ha posticipato il verdetto al 26 novembre, ben oltre la fatidica data del 5 novembre, quando gli americani si recheranno alle urne. “Questa non è una decisione che questa Corte prende alla leggera, ma è quella che, a giudizio della Corte, meglio avanza gli interessi della giustizia” , ha dichiarato il giudice Merchan nella sua sorprendente sentenza.

Ma la storia è tutt’altro che finita. Trump è stato condannato a maggio per ben 34 capi d’accusa di falsificazione di documenti aziendali, con l’intento di nascondere i pagamenti alla pornostar Stormy Daniels, che minacciava di rivelare un presunto incontro sessuale proprio alla vigilia delle elezioni del 2016. Originariamente, la condanna era fissata per luglio, ma è stata rinviata quando la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che un ex presidente gode di un’ampia immunità dalle azioni penali.

E ora? Gli avvocati di Trump non hanno perso tempo e hanno chiesto l’annullamento della condanna alla luce della decisione della Corte Suprema. Il giudice Merchan si pronuncerà su questa richiesta il 12 novembre, ma intanto l’attesa continua a crescere!

Questo rinvio esplosivo arriva proprio mentre la corsa alla Casa Bianca entra in una fase di massima tensione: Harris e Trump si sfideranno nel loro primo attesissimo dibattito televisivo la prossima settimana! Ma invece di parlare di immigrazione o economia, Trump si è trovato a difendersi dalle accuse di molestie sessuali avanzate da diverse donne durante un discorso nella sua iconica Trump Tower di New York.

“Non è il tipo di pubblicità che ti piace”, ha ammesso il miliardario, passando però gran parte del tempo a ripercorrere i suoi guai legali, inclusi i casi di stupro e aggressione sessuale denunciati da più donne, tra cui la scrittrice E. Jean Carroll. Uno spettacolo che ha lasciato molti a bocca aperta.

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Ma le sorprese non finiscono qui! Il giorno stesso in cui le prime schede elettorali per corrispondenza dovevano essere spedite, è scoppiato un nuovo caos legale. Il North Carolina era pronto a inviare circa 130.000 schede per il voto per posta, dando il via simbolico alla competizione elettorale, ma una causa improvvisa ha bloccato tutto. Robert F. Kennedy Jr., l’indipendente appartenente alla più famosa dinastia politica d’America, ha fatto causa per far rimuovere il suo nome dalle schede. Kennedy, che si è ormai ritirato dalla corsa e ha appoggiato Trump, ha gettato scompiglio in uno stato chiave per la vittoria.

Il North Carolina è infatti uno degli stati “in bilico”, dove Harris e Trump si stanno battendo all’ultimo voto. Qui, come in altri stati chiave, la posta in gioco è altissima e il risultato sarà deciso da margini sottilissimi. E la battaglia è solo all’inizio: tra pochi giorni altri stati seguiranno l’esempio e invieranno le loro schede, con il voto anticipato in persona che inizierà dal 20 settembre in 47 stati!

La prossima mossa di Trump? Un discorso previsto proprio in North Carolina questo venerdì, con un pubblico che non aspetta altro che vedere quale sarà il suo prossimo colpo di scena.

Foto: AFP

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