La Malta di oggi: un’isola travolta da un eccesso di tutto. Da una parte si lamenta che “non abbiamo abbastanza lavoratori”, dall’altra si grida che “ci sono troppi di loro”
. Un’isola che, mentre si racconta come protagonista di una favola di crescita, nella vita di tutti i giorni sembra un puzzle i cui pezzi non combaciano più.
Ogni giorno siamo bombardati da numeri impressionanti: gli arrivi turistici volano alle stelle, gli hotel sono sempre più pieni, le vendite di automobili non si fermano, e il reddito medio cresce a ritmo incalzante. Il Primo Ministro e il suo governo, impeccabili nei loro completi, non perdono occasione per dirci che “stiamo superando quasi tutti gli altri Paesi europei”
. Ma è davvero così? O forse è solo una bella storia che ci stanno raccontando, dove i fatti vengono messi da parte per farci sentire meglio?
La verità, però, è che ogni giorno sentiamo qualcosa di diverso. Il nostro paese, mentre ci viene detto che sta prosperando, sta lentamente collassando. Le infrastrutture, il cuore pulsante di Malta, crollano sotto il peso delle pressioni economiche e politiche. Le istituzioni, una volta colonne portanti, ora vacillano come castelli di sabbia. Stiamo per essere sepolti dal nostro stesso “successo”
.
Siamo in una spirale paradossale: mentre sembriamo svilupparci, in realtà ci stiamo sottosviluppando. Chi conosce la storia dello sviluppo dell’America Latina degli anni ’60 sa esattamente di cosa parlo: stiamo vivendo il “progresso del regresso”
. Il nostro territorio e la nostra società stanno andando indietro, mentre il vero motivo per cui perseguiamo lo sviluppo – il benessere delle persone, dell’ambiente e della società – si dissolve davanti ai nostri occhi.
Ogni giorno, ci svegliamo nel caos: caos politico, cantieri che sembrano guerre, distruzione ambientale senza freni, traffico che paralizza l’isola, leggi che nessuno rispetta. Il malcontento è palpabile ovunque. Abbiamo “troppo”
di questa crescita sfrenata, ma non sembra mai abbastanza, ci rincorriamo per afferrare questa ricchezza cruda che non ci soddisfa mai.
E quando tutto sembra assurdo, le idee più insensate prendono il sopravvento. Oggi Malta è soffocata da tre grandi assurdità:
- Crediamo che facendo sempre lo stesso – con un modello di crescita che fallisce, una leadership stanca e corrotta e una cultura della criminalità impunita – otterremo magicamente un risultato diverso.
- Pensiamo che gli “stranieri”, soprattutto quelli che ci aiutano a soddisfare i nostri bisogni economici e sociali, siano i veri colpevoli di questo disastro. Si continua a credere che, se questi “stranieri” venissero rispediti a casa, tutto si risolverebbe come per incanto.
- E, infine, ci convinciamo che le nostre risorse siano infinite, che non ci siano limiti a ciò che possiamo fare su quest’isola piccolissima. La crescita viene considerata infinita, senza pensare che Malta ha dei confini ben precisi.
Il nostro modello di sviluppo è assurdo, la nostra cultura politica è assurda. Eppure, l’illusione collettiva che “tutto si risolverà”
rimane radicata.
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