Il governo neozelandese ha annunciato mercoledì alcuni aggiustamenti al suo divisorio progetto di tassare le flatulenze e le aerofagie del bestiame, ma un’importante organizzazione di agricoltori ha dichiarato di essere ancora contraria al piano di riduzione delle emissioni.
Come parte della strategia per la lotta al cambiamento climatico, la Nuova Zelanda sta progettando una tassa “prima al mondo” sulle emissioni di metano e protossido di azoto prodotte dai 26 milioni di pecore e dai 6 milioni di mucche del Paese.Â
Il piano proposto prevede che agli allevatori venga addebitato il costo delle emissioni di gas prodotte dal loro bestiame. Le misure hanno suscitato l’indignazione della comunità agricola neozelandese e hanno scatenato proteste diffuse.
Oltre alla promessa di mantenere un prezzo basso per le emissioni, le riforme annunciate mercoledì includono la possibilità per gli agricoltori di utilizzare le foreste aziendali per compensare le loro emissioni di carbonio.
La Ardern prevede che il suo gabinetto deciderà il prezzo finale per lo schema di emissioni agricole nella prima metà del 2023, con un piano quinquennale di prezzi che inizierà nel 2025.