Un’onda sovranista ha travolto Madrid, trasformandola nel cuore pulsante dell’estrema destra europea. Con un parterre da brividi, il raduno organizzato da Vox ha visto protagonisti alcuni dei leader più radicali del continente, tra cui il primo ministro ungherese Viktor Orban e la leader francese Marine Le Pen. In un clima di esaltazione e sfida, gli esponenti della destra ultra-nazionalista hanno celebrato i loro recenti successi elettorali, galvanizzati dal ritorno sulla scena di Donald Trump.
Dietro questo evento c’è una strategia ben precisa: trascinare l’Europa sempre più a destra. A guidare la nuova offensiva sovranista è Patriots for Europe
, il blocco ultra-nazionalista che in pochi mesi è riuscito a imporsi come la terza forza nel Parlamento europeo, scalzando i rivali più moderati. L’architetto di questa operazione? Orban, che ha saputo ricompattare le forze estreme sotto un’unica bandiera, rendendole più forti che mai.
E il palco di Madrid ha ospitato un vero e proprio “dream team” della destra radicale: oltre a Orban e Le Pen, hanno infiammato la folla il feroce anti-islamista olandese Geert Wilders, il vicepresidente del Consiglio italiano Matteo Salvini e l’ex premier ceco Andrej Babis. Uniti in un messaggio di rottura totale con Bruxelles, hanno puntato il dito contro “il fanatismo climatico”, “l’immigrazione illegale” e “l’eccessiva regolamentazione”
dell’Unione Europea.
“L’UE ha bisogno di una svolta di 180 gradi”, ha proclamato Vox, ospite dell’evento, che ha visto la partecipazione di circa 2.000 persone. La serata precedente si era aperta con una cena ristretta tra i leader dei Patriots e Kevin Roberts, presidente della potentissima think tank americana The Heritage Foundation
, nota per la sua vicinanza a Trump e per le sue posizioni ultraconservatrici.
Il duello interno tra i sovranisti
Non si è trattato solo di una prova di forza verso l’UE, ma anche di una battaglia per il predominio all’interno della galassia sovranista. Secondo l’esperto Steven Forti dell’Università Autonoma di Barcellona, l’incontro di Madrid è stato un modo per i Patriots di dimostrare “il loro ruolo centrale nella competizione”
tra i gruppi di estrema destra europea.
Dopo le ultime elezioni, Patriots for Europe ha conquistato ben 86 seggi nel Parlamento europeo, sorpassando il gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR), guidato dalla premier italiana Giorgia Meloni, fermo a 80 seggi. Ma non solo: ha anche ridimensionato il gruppo sovranista più piccolo, Europe of Sovereign Nations, che include il partito tedesco AfD e ha ottenuto appena 26 seggi.
“Make Europe Great Again”
A dimostrazione di quanto il movimento sia allineato con la nuova ondata trumpiana, i Patriots hanno scelto come slogan del vertice di Madrid “Make Europe Great Again”
, un chiaro omaggio al mantra dell’ex presidente americano.
Orban, noto per essere il più fedele alleato di Trump nell’UE, ha trovato grande sostegno tra i leader sovranisti, compreso Santiago Abascal di Vox, che ha apertamente rivendicato l’affinità ideologica tra il movimento e l’ex presidente USA, in particolare sulla questione migratoria. Tuttavia, questa devozione potrebbe trasformarsi in un boomerang: tra i nazionalisti europei cresce l’imbarazzo di fronte alle politiche protezionistiche di Trump, come le minacce di dazi proibitivi sui prodotti europei e la surreale idea di annettere la Groenlandia alla Danimarca.
Non tutti, infatti, sono disposti a seguire ciecamente la strada tracciata da Washington. “Ammirare il patriottismo di Donald Trump non significa diventare vassalli degli Stati Uniti”, ha dichiarato Jordan Bardella, leader del Rassemblement National
, il partito di Marine Le Pen e anima trainante dei Patriots nel Parlamento europeo.
Il messaggio da Madrid è chiaro: la destra radicale europea è più forte e compatta che mai. E il suo obiettivo è uno solo: stravolgere l’Unione Europea dall’interno.
Foto: AFP