Il presidente Emmanuel Macron intende sfidare martedì le minacce di proteste di massa per lanciare l’ennesimo tentativo di riformare il sistema pensionistico francese, afflitto dal debito, costringendo i francesi a lavorare più a lungo.
Nel 2019, il suo tentativo di sostituire decine di regimi separati con un unico sistema a punti e di posticipare l’età per una pensione completa da 62 a 64 anni ha scatenato il più lungo sciopero dei trasporti degli ultimi decenni.
L’AFP ripercorre i 30 anni di battaglia dei vari governi francesi di destra e di sinistra per mantenere a galla uno dei sistemi pensionistici più generosi d’Europa a fronte dell’invecchiamento della popolazione:
1993: prima riforma
Nel 1993, il governo di centro-destra del primo ministro Edouard Balladur aumenta da 37,5 a 40 il numero di anni di lavoro necessari per ottenere una pensione completa nel settore privato.
Il governo di Balladur cambia anche il modo in cui vengono calcolate le pensioni, basandole sui 25 anni meglio retribuiti del lavoratore invece dei 10 precedenti.
Non c’è molta resistenza al piano, che evita la questione più delicata delle pensioni del settore pubblico.
1995: rivolta dei lavoratori:
Nel novembre 1995, la Francia si ferma per i tentativi del primo ministro di centro-destra Alain Juppe di riformare le pensioni del settore pubblico.
I sindacati proclamano uno sciopero generale per i cambiamenti, paralizzando i servizi ferroviari e della metropolitana per tre settimane. L’opinione pubblica si schiera massicciamente con gli scioperanti, costringendo il governo a una resa.
2003: proteste di massa:
Otto anni dopo, più di un milione di persone scendono in piazza quando il primo ministro di centrodestra Jean-Pierre Raffarin svela i piani per far lavorare i dipendenti statali per 40 anni per una pensione completa, come nel settore privato, e per spostare tutti progressivamente a 42 anni.
Raffarin si rifiuta di fare marcia indietro. Dopo settimane di manifestazioni e scioperi il disegno di legge passa in parlamento.
2007: Sarkozy trova l’accordo
Quando salì al potere, il presidente di destra Nicolas Sarkozy affronterà anche i sindacati del settore pubblico, promettendo di eliminare i regimi pensionistici più vantaggiosi di cui godono i dipendenti del servizio pubblico.
I macchinisti scioperano ma alla fine accettano di lavorare lo stesso numero di anni di tutti gli altri dopo aver vinto una serie di agevolazioni sul calcolo delle loro pensioni.
2010: dai 60 ai 62 anni
Sarkozy incontrò un’opposizione molto maggiore tre anni dopo, quando decide di alzare l’età pensionabile legale da 60 a 62 anni.
Le raffinerie di petrolio francesi sono bloccate per due mesi di continui scioperi e proteste, ma la resistenza si esaurisce dopo che il parlamento ha adottato il disegno di legge.
2014: 43 di contributi
I socialisti francesi affrontano anche il deficit delle pensioni dopo l’ascesa al potere del presidente Francois Hollande, aumentando gradualmente a 43 il numero di anni di contributi necessari per una pensione completa.