Gli scienziati nell’Artico inizieranno a trivellare per salvare campioni di “ghiaccio antico” da analizzare prima che gli strati ghiacciati si sciolgano a causa dei cambiamenti climatici
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Ricercatori italiani, francesi e norvegesi si sono accampati nell’arcipelago norvegese delle Svalbard
in quella che hanno definito una corsa contro il tempo per preservare i record di ghiaccio cruciali per analizzare le condizioni ambientali del passato.
Estrarranno il ghiaccio in una serie di tubi fino a 125 metri di profondità, contenenti tracce geochimiche congelate che risalgono a tre secoli fa. L’estrazione consentirà
agli scienziati di ricavare dati preziosi sulle condizioni ambientali del passato.
Ma gli esperti avvertono che l’acqua proveniente dallo scioglimento dei ghiacci
sta alterando le registrazioni geochimiche conservate nel ghiaccio antico sottostante.
Le emissioni di carbonio
causate dall’uomo hanno riscaldato il pianeta di 1,1 gradi Celsius dal XIX secolo.
Gli studi indicano che l’Artico
si sta riscaldando da due a quattro volte più velocemente della media globale.
Una serie di provette di ghiaccio sarà utilizzata per l’analisi immediata, mentre una seconda serie sarà inviata in Antartide per essere conservata in un “santuario della memoria del ghiaccio” sotto la neve, dove i campioni saranno conservati per le future generazioni di scienziati.
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Gli otto specialisti della missione si sono accampati a 1.100 metri di altitudine sul campo di ghiaccio di Holtedahlfonna, pieno di crepacci, e intendono iniziare a trivellare martedì, ha dichiarato IceMemory
.
Lavoreranno per tre settimane a temperature
fino a meno 25°C, tagliando ed estraendo una serie di cilindri di ghiaccio, ciascuno lungo un metro e largo 10 cm.
La missione da 700.000 euro, finanziata in parte dal Ministero della Ricerca Italiano, segue una serie di precedenti estrazioni di calotte di ghiaccio da parte della Fondazione, tra cui operazioni nelle Alpi e nelle Ande
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