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Corea del Sud al bivio: dimissioni, legge marziale e impeachment

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Un dramma politico scuote la Corea del Sud: il Ministro della Difesa Kim Yong-hyun, figura chiave del governo, ha presentato le sue dimissioni mercoledì, scusandosi per il caos generato dall’improvvisa e controversa imposizione della legge marziale da parte del Presidente Yoon Suk Yeol, suo stretto alleato.

“Innanzitutto, esprimo il mio profondo rammarico e mi assumo la piena responsabilità per la confusione e l’inquietudine causate al pubblico riguardo alla legge marziale… Ho deciso di assumermi la responsabilità di ogni aspetto legato a questa vicenda e ho presentato le mie dimissioni al Presidente”  ha dichiarato Kim in un comunicato, gettando benzina sul fuoco in una crisi già esplosiva.

Nel frattempo, l’opposizione ha colto al volo l’occasione per sferrare un colpo mortale al Presidente. Mercoledì mattina, i membri del Partito Democratico (DP) hanno annunciato l’intenzione di presentare una mozione di impeachment contro Yoon, accusandolo di aver abusato del suo potere con l’imposizione della legge marziale, che ha scatenato migliaia di manifestanti nelle strade e sollevato preoccupazioni persino tra gli alleati internazionali del Paese.

“Abbiamo preparato e presentato con urgenza una mozione di impeachment”  ha dichiarato Kim Yong-min, un deputato del DP, aggiungendo che il voto potrebbe avvenire già venerdì. Con la maggioranza assoluta in Parlamento e solo pochi voti necessari per superare il quorum dei due terzi, il destino di Yoon sembra appeso a un filo.

Ma il dramma non finisce qui. Durante la notte di martedì, il Presidente aveva scioccato il Paese dichiarando la legge marziale in diretta televisiva, giustificando la decisione con la presunta minaccia della Corea del Nord e di “forze anti-statali” . In risposta, più di 280 soldati, supportati da 24 elicotteri, hanno preso d’assalto il Parlamento nel tentativo di bloccarne l’attività. Nonostante ciò, 190 legislatori hanno sfidato i militari armati e si sono fatti strada fino all’aula per votare contro il provvedimento, costringendo Yoon a revocare la misura in una seconda diretta televisiva alle prime luci dell’alba.

Secondo la costituzione sudcoreana, infatti, la legge marziale deve essere ritirata qualora la maggioranza parlamentare lo richieda, e così è stato. Ma le conseguenze sono state devastanti: l’opposizione ha annunciato che non solo voterà l’impeachment del Presidente, ma presenterà anche accuse di “insurrezione” contro Yoon e i suoi collaboratori più stretti, tra cui i Ministri della Difesa e dell’Interno, oltre a figure di spicco come il comandante militare responsabile della legge marziale e il capo della polizia.

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Lo sciopero generale indetto dal più grande sindacato nazionale, che ha promesso di continuare a oltranza fino alle dimissioni di Yoon, aggiunge ulteriore pressione. Anche membri del partito del Presidente si sono dissociati, con alcuni che hanno definito la mossa “tragica”  e chiesto che i responsabili vengano chiamati a risponderne.

La reputazione di Yoon Suk Yeol, ex procuratore di punta e figura conservatrice eletta nel 2022, è ora in caduta libera. Mentre alti funzionari della sua amministrazione hanno offerto le dimissioni in massa mercoledì, Yoon è rimasto assente dalla scena pubblica per tutta la giornata. La Corea del Sud si trova ora a un bivio, con il Paese profondamente diviso e il futuro del suo leader sempre più incerto.

Foto e video: [Archivio Times of Malta] .

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