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Malta

Ossessione letale: la terribile verità dietro l’omicidio di Luigia Camenzuli

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La nota firmata da Ġovanni Paris, l’assassino di Luigia Camilleri

Ġovanni Paris fu internato nel manicomio di Malta nel 1905, dopo aver ucciso brutalmente la donna che perseguitava. Quattro anni dopo, Paris scrisse al governatore britannico per chiedere la sua liberazione, sostenendo che i medici lo avevano ripetutamente dichiarato mentalmente stabile. Le autorità mediche si trovarono di fronte a un dilemma inquietante: come potevano mantenere rinchiuso un assassino in un manicomio quando i medici affermavano che non era pazzo?

Luigia Camenzuli era incinta quando Paris le sparò alla schiena tre volte perché non ricambiava il suo amore. La giovane di 21 anni viveva in Strada Reale a Valletta, oggi Republic Street, nel 1905. Camenzuli si era sposata 15 mesi prima con Domenico, un marinaio della Royal Navy britannica. La sua tragica storia – e quella di Paris – è stata recentemente riportata in una ricerca di Mario Cacciottolo.

Camenzuli era nel fiore della sua vita, perseguitata dalle attenzioni indesiderate di Paris, un uomo di circa 40 anni, disoccupato e residente nella baraccopoli di Mandraġġ a Valletta. Paris, infatuato di lei, iniziò a perseguitarla incessantemente, nonostante lei si fosse sposata. Le tensioni aumentarono: i rapporti di polizia registrarono una lite in strada tra Paris e Domenico alla fine del 1904, e secondo il libro Murder in Malta  di Edward Attard, Paris fu imprigionato per 30 giorni dopo aver schiaffeggiato Camenzuli.

Il 15 marzo 1905, Paris inviò una lettera a Camenzuli, dicendole che gli aveva spezzato il cuore: “Ho ora raggiunto il limite della mia sopportazione. Devo quindi dichiararti, chiedendo allo stesso tempo il tuo perdono, che tra un mese da oggi, dovrai essere uccisa.”

Quattro mesi dopo, il 20 luglio 1905, Camenzuli si stava dirigendo verso un negozio di alimentari a sud di Valletta, portando in braccio il figlio di un’amica. Improvvisamente, all’angolo vicino, vide Paris con due uomini. Camenzuli lo ignorò, ma Paris avanzò improvvisamente, estrasse una pistola e le sparò alla schiena. Lei urlò e corse nel negozio, ancora con il bambino in braccio. Paris la seguì, sparandole altre due volte alla schiena prima di spararsi alla testa. Camenzuli morì sul colpo, ma Paris sopravvisse.

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Nonostante le sue condizioni critiche, Paris sopravvisse e fu processato nel 1907 per l’omicidio di Camenzuli. Prima del processo, una commissione medica lo dichiarò “non pazzo”. La giuria, tuttavia, decise che Paris non era colpevole dell’omicidio perché “affetto da ossessioni impulsive… e quindi non mentalmente sano… al momento del crimine”. Paris stesso rimase sorpreso dal verdetto, aspettandosi “sette o otto anni di prigione” .

Invece di essere incarcerato, fu inviato al manicomio di Malta. Quattro anni dopo, Paris scrisse al governatore britannico tramite il suo avvocato, affermando: “Ho fatto questo non per odio evidente ma piuttosto per troppo amore”. Dichiarò che i medici lo avevano giudicato non pazzo sia prima che dopo il processo e descrisse il suo internamento come “contro la legge e contro le regole più elementari del buon senso” .

Il tentativo di libertà di Paris scatenò un’intensa attività tra le autorità britanniche. Un rapporto del Controllore delle Istituzioni Caritatevoli affermò: “Ora che [Paris] è riuscito a sfuggire a una condanna a vita, protesta molto freddamente contro la richiesta del suo avvocato [di pazzia] in sua difesa e sollecita un contro-appello di non pazzia.” Le autorità mediche britanniche e il Consiglio Medico del Manicomio dovettero discutere se liberare Paris. Alla fine, decisero che il verdetto di “non colpevole per pazzia”  emesso da un tribunale maltese era sufficiente per giustificare il mantenimento di Paris in manicomio, nonostante i medici dicessero che non era pazzo.

Ġovanni Paris morì nel manicomio per cause naturali il 6 dicembre 1933, dopo aver trascorso quasi 30 anni all’interno delle sue mura. Luigia Camenzuli fu sepolta insieme al suo bambino non ancora nato nel cimitero di Addolorata a Paola.

L’autore desidera ringraziare Giovanni Bonello, Edward Attard, Adriana Bishop e il personale degli Archivi Nazionali. Mario Cacciottolo è un ex giornalista e guida turistica che gestisce Dark Malta Tours.

Foto: [Archivio Times Of Malta]

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