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IPI: i cyberattacchi a Malta, Ungheria, Ucraina e Bosnia sono un “campanello d’allarme”

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La criminalità informatica colpisce i siti web di notizie in vista delle elezioni europee. Foto: Shutterstock

L’International Press Institute (IPI) ha espresso profondo allarme per la recente ondata di attacchi DDoS (Distributed Denial of Service) che hanno colpito i media in Ungheria, Bosnia, Malta e Ucraina.

Gli attacchi informatici rappresentano una minaccia sempre più grave per la libertà dei media, in quanto ostacolano il libero flusso di informazioni e impediscono l’accesso del pubblico al giornalismo indipendente, ha dichiarato l’IPI in un comunicato.

Gli attacchi al Times of Malta e ai media in Ungheria, Bosnia e Ucraina sono l’ultimo campanello d’allarme della necessità di un’azione urgente per proteggere la sicurezza digitale dei media in Europa e altrove.

L’IPI ha invitato le autorità nazionali di Ungheria, Bosnia, Malta e Ucraina, in collaborazione con le autorità europee competenti, a identificare i responsabili e ad assicurarli alla giustizia. Affrontare la minaccia dei cyberattacchi deve essere una priorità per l’UE anche in vista delle prossime elezioni europee di giugno, data la minaccia che tali attacchi possono rappresentare per il flusso di informazioni in vista del voto.

Sia il finanziamento sostenibile che il supporto tecnico sono indispensabili per consentire ai media di rafforzare le loro difese di sicurezza informatica, assicurando il funzionamento ininterrotto del giornalismo indipendente e salvaguardando la libertà di parola nel contesto dell’evoluzione delle sfide digitali.

Media sotto attacco

A gennaio sono stati rinnovati gli attacchi DDoS contro i media indipendenti ungheresi, tra cui Media1, Telex, Kecsup e Forbes Hungary, apparentemente portati avanti da un aggressore sconosciuto che si fa chiamare “Hano”.

Lo scorso settembre, pochi giorni dopo aver raccontato questi eventi, l’IPI è stato a sua volta preso di mira da un attacco DDoS che ha messo offline il suo sito web per tre giorni. Anche questo attacco era firmato da “Hano”.

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In Bosnia, l’8 gennaio l’organo di informazione BUKA ha annunciato che il suo sito web era stato preso di mira da un attacco informatico su larga scala che si è protratto fino all’inizio di febbraio.

In Ucraina, le principali testate online Censor.Net, Zn.ua, Ukrainska Pravda, Dim e Freedom hanno subito un’ondata di attacchi informatici simili.

The message sent out on Telergram in connection with the Times of Malta attack.

Il messaggio inviato su Telergram in relazione all’attacco del Times of Malta.

Il 6 febbraio, il sito del Times of Malta ha subito un grave attacco DDoS che lo ha reso temporaneamente inaccessibile ai lettori. Gli hacker russi hanno affermato di essere dietro l’attacco e in un post su Telegram hanno detto: “Non siamo contro il Paese e i suoi abitanti, ma contro coloro che sostengono le sanzioni contro la Russia”.

Oltre a essere temporaneamente offline, alcune di queste organizzazioni mediatiche sono state costrette a bloccare le richieste di server da alcuni Paesi nel tentativo di limitare gli attacchi, impedendo ai lettori di quei Paesi di accedere alle informazioni.

“L’aumento degli attacchi informatici contro le testate giornalistiche in Europa è motivo di grave allarme e richiede una risposta forte da parte delle autorità di polizia e delle aziende le cui infrastrutture vengono utilizzate per colpire e mettere a tacere i media indipendenti”, ha dichiarato il vicedirettore dell’IPI Scott Griffen.

“Gli attacchi DDoS sono relativamente economici, facili da eseguire ed eccezionalmente difficili da rintracciare, ma causano gravi danni alle operazioni dei media e al diritto del pubblico all’informazione, rendendoli un nuovo pericoloso strumento di attacco alla libertà di stampa”.

L’IPI è solidale con i media e i giornalisti colpiti che continuano a lavorare in circostanze difficili.

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