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Malta

Donna racconta in tribunale di aver mancato il coprifuoco perché aveva perso la chiave di casa

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Una donna ha insistito in tribunale di essere rimasta fuori casa oltre l’orario del coprifuoco perché aveva perso le chiavi di casa.

Una donna accusata di aver violato le condizioni di libertà su cauzione quando è stata trovata in auto fuori casa sua tre ore dopo l’orario di coprifuoco imposto dal tribunale, è stata scagionata lunedì dopo aver detto al tribunale che aveva perso le chiavi di casa e stava aspettando che un vicino la facesse entrare.

Amanda Borg Manduca, 33 anni, è stata arrestata sabato sera in seguito a una segnalazione alla stazione di polizia di Hamrun di una persona che gridava in Braille Street intorno alle 23:15. Un agente di polizia ha riconosciuto la donna, che aveva perso le chiavi di casa e stava aspettando che i vicini la facessero entrare.

Un agente di polizia ha riconosciuto la donna, che aveva regolarmente firmato il libretto delle cauzioni presso la stazione di polizia di Hamrun. Borg Manduca non aveva firmato il libretto delle cauzioni il 2 gennaio.

Quando l’agente le ha chiesto cosa stesse facendo fuori, l’accusata le ha risposto che aveva dimenticato la chiave.

Quando le è stato chiesto perché avesse gridato, ha risposto che stava chiamando la vicina per farla entrare.

Mancava il libretto della cauzione

Borg Manduca ha testimoniato che il 2 gennaio si era recata alla stazione di polizia per firmare, ma il libretto della cauzione non si trovava da nessuna parte e quindi le fu chiesto di annotare la sua presenza su un foglio di carta.

“Se controllate il filmato vedrete che ero lì”, ha detto, aggiungendo che non era la prima volta che le veniva chiesto di firmare su un foglio di carta.

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Per quanto riguarda l’incidente di sabato, la donna aveva aspettato all’interno dell’auto dell’amica finché il vicino non era tornato dal lavoro e l’aveva fatta entrare.

“Ho gridato alla vicina di farmi entrare. Di solito lavora fino alle 23:30 circa. Non ho fatto nulla di male”, ha concluso l’imputata.

L’avvocato della difesa Jose’ Herrera ha detto alla corte che, sebbene l’imputata sia stata trovata “fisicamente” fuori casa sua, non aveva l’intenzione di commettere un reato.

Infatti, non poteva entrare in casa e quindi non poteva essere ritenuta responsabile di qualcosa che era impossibile per lei fare, cioè stare in casa a quell’ora.

Non si era allontanata molto da casa.

Per quanto riguarda l’incidente del 2 gennaio, l’imputata aveva testimoniato sotto giuramento e se avesse mentito, la polizia avrebbe potuto accusarla di falsa testimonianza.

Il magistrato Astrid May Grima ha assolto l’imputata per mancanza di prove.

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L’avvocato Martina Herrera era anche il difensore.