Un giudice ha confermato la pena detentiva effettiva di tre anni per l’autista che ha ucciso un pedone guidando su un marciapiede a 100 km/h mentre era ubriaco quasi cinque anni fa.
L’incidente è avvenuto poco prima delle 5 del mattino del 6 luglio 2018.
Questa mattina, il giudice Neville Camilleri ha stabilito che non sussisteva nessun motivo per modificare la sentenza emessa dalla Corte Magistrale nel giugno 2021, che aveva previsto l’incarcerazione di Michael Caruana Turner, 24 anni, per tre anni e il divieto di guidare per altri due anni.
Caruana Turner era stato giudicato colpevole di aver ucciso l’olandese Tim Scholten, 19 anni, e di aver ferito altre sette persone mentre guidava in maniera spericolata e in stato di ebbrezza. Scholten è morto per le ferite riportate due giorni dopo l’incidente.
Tra gli altri feriti figurano un inglese di 25 anni, gravemente ferito, tre olandesi e un altro britannico. Tutti avevano un’età compresa tra i 19 e i 25 anni.
La corte ha asserito che Turner, un personal trainer di Birkirkara, è fuggito dalla scena ed è corso verso San Ġwann quando è stato fermato dalla polizia.
Il test dell’etilometro ha rivelato che il conducente aveva un tasso alcolico superiore al limite legale per gli automobilisti. Caruana Turner aveva scritto una dichiarazione in cui esprimeva il suo rimorso: “Mi odio perché è morto per colpa mia. Non posso perdonarmi. Mi dispiace per tutte le persone coinvolte”, ha detto.
Il primo tribunale aveva stabilito che l’imputato era fuori a bere a Paceville prima dell’incidente. Aveva bevuto una birra e sei shot di tequila.
Secondo le prove prodotte in tribunale, Caruana Turner guidava a 100 km/h, ha tagliato il marciapiede sul lato sinistro della strada, è salito sul marciapiede, ha distrutto arredi urbani e alberi che si trovavano sul marciapiede e ha falciato alcuni pedoni che stavano tornando a casa. L’auto ha lasciato segni di frenata per 12,09 metri.
L’appello del conducente
Nel suo appello, Caruana Turner ha sostenuto che il tribunale non aveva preso in considerazione i risultati di un’indagine sociale, in particolare il fatto che non era una minaccia per la società, sottolineando come la corte non avesse preso in considerazione la sua fedina penale pulita. Inoltre, ha affermato che la corte non ha tenuto conto del fatto che aveva rimborsato i danni.
Il giudice Camilleri ha respinto queste affermazioni, aggiungendo che la relazione dell’indagine sociale e la sua fedina penale pulita erano state effettivamente prese in considerazione dal primo tribunale.
Ha inoltre osservato che, per quanto riguarda la questione del pagamento dei danni causati, questa ha avuto un ruolo limitato, data la gravità della morte della vittima: “Questa corte ritiene opportuno sottolineare che nessuna somma di risarcimento danni riporterà Tim Scholten alla vita. Questa è la vera tragedia di questo caso”, ha dichiarato il giudice nella sua sentenza.
Il giudice ha preso atto dell’accordo tra la difesa e l’accusa per una pena detentiva di due anni sospesa per quattro anni. Tuttavia, sebbene la corte non sia vincolata da tali accordi, ha detto che non ha trovato ragioni per disturbare la punizione inflitta, specialmente se rientra nei parametri della legge.
La corte ha ascoltato la “scena di totale devastazione” che la polizia ha trovato sul luogo dell’incidente. Le vittime ferite giacevano su entrambi i lati dell’auto e sulla strada dove il veicolo si era schiantato a capofitto contro un lampione, mandando la sua base di cemento oltre la ringhiera sul lato del mare.
