Chiude la casa di cura a Santa Venera: incognita sul futuro dei residenti

Gli anziani ospiti di una casa di cura a Santa Venera sono stati colti alla sprovvista: la struttura chiuderà i battenti in soli tre mesi. Ma cosa ne sarà dei 30 residenti che hanno trovato lì un rifugio? La risposta arriva direttamente dal ministro della Salute, Jo Etienne Abela, che cerca di calmare le acque, promettendo che tutti saranno trasferiti in case di cura statali. Un impegno che arriva come un’ancora di salvezza per questi anziani, che si trovano ora in balia di una decisione che ha sconvolto le loro vite.

Abela ha assicurato che nessuno sarà lasciato senza una soluzione. Grazie al supporto del segretariato per l’invecchiamento attivo, che il ministro ha già guidato in passato, sarà trovata una nuova sistemazione per ciascuno degli ospiti di Dar Apap, gestita dalle Suore Domenicane. Tuttavia, questa promessa sarà sufficiente per placare le ansie e le paure delle famiglie?

Questa settimana, infatti, i residenti sono stati informati che la struttura chiuderà a causa della scarsità di nuove suore e degli insostenibili costi di ristrutturazione. “Ci hanno dato tre mesi. Non basta nemmeno per trovare una nuova casa a un cucciolo, figuriamoci per un anziano che ha legato con il personale e gli altri residenti,”  ha lamentato una parente, mostrando il timore che per molti di loro la situazione possa diventare un vero incubo.

Nonostante l’impegno della Curia ad aiutare i residenti, la realtà è che alcuni saranno trasferiti in altre case di cura della Chiesa, ma una parte significativa non ha ancora idea di dove sarà trasferita. Una delle parenti ha raccontato che “ci hanno dato un foglio con i numeri di altre case di cura e ci hanno chiesto di compilare un modulo,” aggiungendo: “Tutto quello che ci hanno detto è che ci avrebbero aiutato ‘nei limiti delle loro possibilità’, ma senza alcuna garanzia.”

Sarà davvero sufficiente l’aiuto promesso dal ministero e dalla Curia per garantire a questi anziani un futuro sereno? Il tempo stringe, e la preoccupazione tra le famiglie cresce sempre di più.

Foto: Curia

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