Il Ministro delle Finanze Clyde Caruana ha dichiarato che preferisce che Malta modifichi ora il suo regime fiscale per le imprese piuttosto che aspettare che l’UE la costringa ad abolire l’aliquota del 5%.
ha dichiarato agli operatori dei servizi finanziari.
Caruana ha annunciato per la prima volta una modifica del regime fiscale delle società del Paese nell’aprile dello scorso anno, affermando che il nuovo sistema dovrà essere in vigore entro il 2025.
Il discorso è stato pronunciato in occasione del lancio della nuova strategia a lungo termine per i servizi finanziari a Malta.
Caruana ha anche messo in guardia dall’imminente introduzione di un’imposta minima sulle società a livello europeo, che dovrebbe avere un impatto su circa 660 società multinazionali che hanno una base a Malta e che impiegano circa 20.000 persone. L’aliquota del 15% verrebbe introdotta per le società con un fatturato superiore a 750 milioni di euro.
La proposta è stata presentata per la prima volta dalla Commissione europea nel dicembre 2021 per imporre un’aliquota fiscale minima effettiva per le attività globali dei grandi gruppi multinazionali. La proposta tiene fede all’impegno dell’UE di portare equità, trasparenza e stabilità al quadro fiscale internazionale delle società.
Tuttavia, ha insistito sul fatto che i cambiamenti manterranno il vantaggio competitivo di Malta, ma allo stesso tempo neutralizzeranno le entrate. Si aspetta di essere in una posizione migliore per annunciare i cambiamenti nel prossimo bilancio.
Conformità fiscale
Ciò comporterà un cambiamento nella cultura locale – una migliore applicazione e una migliore conformità.
Caruana ha ribadito l’invito a una maggiore compliance fiscale da parte delle imprese, affermando che è impossibile che il 70% delle imprese sia in perdita o semplicemente in pareggio.
Caruana ha ricordato come Malta sia stata testimone di shock significativi negli ultimi anni, tra cui la greylisting da parte del GAFI che ha spinto all’attuazione di riforme di ampio respiro.
L’impatto della pandemia COVID-19 e la guerra in Ucraina hanno messo a dura prova le risorse dell’UE.