giovedì, Novembre 30, 2023
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Eurozona: economia ferma nell’ultimo trimestre del 2022

L’economia dell’Eurozona è rimasta ferma negli ultimi tre mesi del 2022, ha dichiarato martedì l’agenzia di statistica europea Eurostat. Il prodotto interno lordo non ha registrato alcuna crescita sequenziale dopo l’espansione dello 0,4% nel terzo trimestre.

Il dato del quarto trimestre è stato rivisto al ribasso allo zero per cento rispetto alla stima del 14 febbraio di una crescita dello 0,1 per cento. Su base annua, il tasso di crescita economica è rallentato all’1,8% dal 2,4% del terzo trimestre. Il prodotto interno lordo si è espanso del 3,5% per l’intero anno 2022, dopo aver registrato un tasso di crescita del 5,3% nel 2021.

Le idee sull’economia dell’eurozona è stato più ottimista di recente, poiché molti scenari economici negativi, come gli alti costi dell’energia, non si sono verificati. Tuttavia, man mano che arrivano altri dati, è chiaro che l’economia dell’eurozona è in difficoltà, soprattutto nel primo trimestre del 2023.

Nel frattempo, negli Stati Uniti, il presidente della Federal Reserve (Fed) Jerome Powell, nella sua testimonianza al Congresso di martedì, ha dichiarato che i tassi di interesse potrebbero salire a livelli più alti di quelli finora previsti dalla Fed.

La Fed dovrà probabilmente alzare i tassi di interesse a livelli più alti di quanto previsto in precedenza, in risposta ai recenti dati forti, ed è pronta ad aumentare il ritmo dei rialzi se la “totalità” delle informazioni in arrivo suggerisce che sono necessarie misure più severe per controllare l’inflazione, ha detto il presidente della Fed Jerome Powell.

Nella stima di dicembre, i funzionari della Fed hanno fissato il tasso terminale al 5,1%. In seguito alle dichiarazioni di Powell, le attuali quotazioni di mercato sono salite a un intervallo compreso tra il 5,5 e il 5,75%. Powell non si è dilungato su quanto pensa che alla fine i tassi saliranno.

Infine, i prezzi al consumo cinesi di febbraio sono rimasti contenuti, mentre il costo dei generi alimentari e delle materie prime si è ammorbidito, mettendo in dubbio la ripresa economica della Cina dopo l’abolizione delle restrizioni del COVID-19.

I prezzi al consumo, misurati dall’Indice dei prezzi al consumo (IPC), sono aumentati dell’1% a febbraio su base annua, in rallentamento rispetto all’aumento del 2,1% registrato a gennaio. Il raffreddamento dell’inflazione è stato causato principalmente da un rallentamento dell’aumento dei prezzi dei generi alimentari, ha dichiarato l’Ufficio nazionale di statistica cinese.

Il risultato ha mancato di un ampio margine l’aumento dei prezzi dell’1,7% previsto dagli economisti ed è stata la lettura più bassa dal guadagno dello 0,9% registrato nel febbraio 2022. Secondo gli analisti, il forte calo dell’inflazione CPI del mese scorso è stato di ampia portata, in quanto sia l’inflazione alimentare che quella non alimentare sono diminuite rispettivamente del 2,6% e dello 0,6%.

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