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Malta

Valletta si ferma per le vittime: un grido che non può essere ignorato

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Valletta si è trasformata in un simbolo di lotta e memoria domenica, con oltre 100 persone che hanno riempito il centro della capitale per commemorare la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne. Her Plight, Our Fight , un evento organizzato da Moviment Graffiti e Young Progressive Beings, ha reso omaggio a tutte le vite perse a causa della violenza di genere, in un gesto che non ha lasciato nessuno indifferente.

Le scale del tribunale erano ricoperte da un drammatico tributo: i nomi di vittime come Christine Sammut, Caroline Magri e Chantelle Chetcuti. Una lunga linea di abiti e stoffe portava le tracce indelebili di altre vite spezzate, tra cui Rita Ellul, Sion Grech e Bernice Cassar. Ogni nome evocava una storia, un volto, una tragedia che non può e non deve essere dimenticata.

Alesia Cilia Portelli, sorella di Bernice Cassar, ha parlato durante l’evento, nel secondo anniversario della brutale uccisione della sorella. “Non ho molti ricordi di quel giorno,” ha confessato, “ma non dimenticherò mai il viso di mia sorella sui cartelloni posti davanti al tribunale e la rabbia che ho visto negli occhi di chi era lì.” Ha condiviso come la sua rabbia sia cresciuta nel tempo, man mano che l’assenza della sorella diventava insopportabile. “Questa lotta non è una scelta, ma una necessità.”

Frasi come “Colpa sua”“Dai, sto solo scherzando” e “Cosa ci facevi tutta sola?” campeggiavano su cartelloni, un riflesso di quella mentalità che ancora oggi colpevolizza le vittime. La professoressa Marceline Naudi, attivista di lunga data, ha espresso tutta la sua frustrazione: “Sono stanca di essere esausta,”  ha detto, sottolineando che anni di campagne e proteste non sono ancora sufficienti. Ha ribadito come la violenza contro le donne rappresenti una delle più gravi violazioni dei diritti umani.

Non sono mancati momenti toccanti, come le poesie lette da Lara Calleja e Cristina Torre Caceres. Ma uno degli interventi più potenti è stato quello di Arianna Zunino di Moviment Graffiti, che ha puntato l’attenzione su chi erano davvero queste donne. “Erano madri, figlie, colleghe, amiche,” ha detto, aggiungendo con forza: “Avrebbero potuto, e dovuto, essere qui con noi.” Zunino ha sottolineato la necessità di agire, ricordando al pubblico: “La violenza patriarcale non è qualcosa con cui dobbiamo convivere per sempre. Dobbiamo sradicarla e dobbiamo farlo ora.”  Quest’anno Malta ha già contato due femminicidi, una realtà che richiede azioni immediate.

Un banner con la scritta “Fai sentire la tua voce. Uniti contro la violenza sulle donne” ha incorniciato questa giornata di lotta e speranza.

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Foto: Emma Borg

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