Papa Francesco alza il sipario su una questione tanto delicata quanto scottante: il presunto “genocidio” di Israele a Gaza. Nel suo libro di prossima uscita, “Hope Never Disappoints. Pilgrims Towards a Better World”
, il pontefice non solo affronta il devastante conflitto, ma lancia un appello senza precedenti per un’indagine approfondita.
“Secondo alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza presenta le caratteristiche di un genocidio”, scrive il Papa, aggiungendo che “questo dovrebbe essere studiato attentamente per determinare se la situazione corrisponda alla definizione tecnica formulata da giuristi e organizzazioni internazionali”. Queste parole, pubblicate in anteprima su La Stampa
, rappresentano una delle prese di posizione più incisive mai fatte da Francesco sul conflitto tra Israele e Palestina, scoppiato dopo il brutale attacco di Hamas del 7 ottobre.
Il bilancio umano è scioccante: almeno 43.846 vittime, per lo più civili, secondo il ministero della salute di Gaza, controllato da Hamas. E mentre il mondo guarda con orrore, Papa Francesco rompe il silenzio utilizzando per la prima volta il termine genocidio, seppur con cautela.
Ma non è solo il Vaticano a puntare il dito. Giovedì scorso, una commissione speciale delle Nazioni Unite ha dichiarato che le operazioni israeliane a Gaza mostrano “caratteristiche di genocidio”, accusando Israele di utilizzare “la fame come metodo di guerra”
. Un’accusa pesante che ha subito scatenato reazioni infuocate, con gli Stati Uniti, fedele alleato di Israele, pronti a respingerla categoricamente.
Non è la prima volta che Israele finisce sotto la lente della giustizia internazionale. Il Sudafrica, con il sostegno di Turchia, Spagna e Messico, ha già avviato un procedimento per genocidio presso la Corte Internazionale di Giustizia, portando la questione a livelli diplomatici mai visti prima.
Nel frattempo, il Papa non dimentica il dramma degli ostaggi. Dopo l’attacco del 7 ottobre, Hamas ha catturato 251 persone, 97 delle quali sono ancora prigioniere, inclusi 34 che, secondo l’esercito israeliano, sarebbero già morti. Giovedì scorso, il pontefice ha accolto in Vaticano 16 ex ostaggi, liberati dopo mesi di sofferenze a Gaza, un gesto toccante che sottolinea la sua incessante chiamata alla pace e alla riconciliazione.
Foto: AFP