“Abbiamo regolato i conti con il responsabile dell’uccisione di innumerevoli israeliani!
” Con queste parole, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato il colpo mortale inflitto a Hezbollah, confermando la morte del leader Hassan Nasrallah in un devastante attacco aereo a Beirut.
Una vendetta che risuona forte e chiara: “Abbiamo fatto giustizia per gli israeliani, ma anche per tanti cittadini di altri paesi, tra cui centinaia di americani e decine di francesi
,” ha affermato Netanyahu, sottolineando come questa operazione sia stata una risposta all’attacco del 1983 a Beirut che ha visto 63 persone uccise nell’ambasciata USA, e il massacro di 241 marines americani e 58 paracadutisti francesi.
Ma la missione non era solo per chiudere i conti con il passato. Netanyahu ha avvertito che Nasrallah stava lavorando per “ripristinare rapidamente le capacità di Hezbollah, che avevamo già gravemente indebolito con le nostre operazioni“. Era una minaccia troppo grande per essere ignorata. Così, la decisione è stata presa: “Ho dato l’ordine, e Nasrallah non è più tra noi
.”
In uno slancio di ottimismo, Netanyahu ha parlato di una svolta epocale nella battaglia contro i nemici di Israele, descrivendo l’eliminazione di Nasrallah come un passo fondamentale per riportare la pace nelle regioni settentrionali del paese. “L’eliminazione di Nasrallah è una condizione indispensabile per garantire il ritorno sicuro dei nostri cittadini e per cambiare radicalmente l’equilibrio di potere nella regione
,” ha dichiarato con determinazione.
Ma non è tutto: questo colpo a Hezbollah potrebbe anche accelerare il ritorno degli ostaggi ancora prigionieri di Hamas, sequestrati durante l’attacco del 7 ottobre. “Quanto più (il leader di Hamas Yahya) Sinwar si renderà conto che Hezbollah non potrà più correre in suo aiuto, tanto maggiori saranno le possibilità di riportare a casa i nostri prigionieri
,” ha spiegato Netanyahu, dipingendo un quadro di vittoria imminente.
“Stiamo vincendo! Siamo determinati a continuare a colpire i nostri nemici, riportare i nostri cittadini a casa e far tornare tutti i nostri ostaggi. Non li dimentichiamo nemmeno per un istante,” ha concluso con enfasi il Primo Ministro, promettendo che la lotta non finirà fino a quando l’ultimo ostaggio non sarà al sicuro.
Foto: AFP