Connect with us

Tecnologia

Arrestato Durov: il fondatore di Telegram trattenuto in Francia tra accuse e misteri

Published

on

Il geniale e controverso fondatore di Telegram, Pavel Durov, è al centro di un’incredibile vicenda che sta facendo tremare l’intero mondo tecnologico. Le autorità francesi lo tengono in custodia per il secondo giorno consecutivo, con un’accusa che potrebbe segnare una svolta drammatica nella sua carriera. Durov, che vanta una fortuna stimata da Forbes in 15,5 miliardi di dollari, è stato arrestato al suo arrivo all’aeroporto di Le Bourget, vicino Parigi, sabato sera. Un colpo di scena degno di un thriller internazionale.

L’arresto di Durov, 39 anni, è stato prorogato oltre la notte di domenica su decisione del giudice istruttore, e questa detenzione preliminare potrebbe durare fino a 96 ore. Al termine di questo periodo, il giudice dovrà decidere se liberare il magnate russo o formulare accuse formali, prolungando così la sua detenzione. Ma cosa si nasconde davvero dietro questa vicenda? La Russia, infuriata, accusa la Francia di “rifiutare la cooperazione”, mentre Elon Musk, il potente CEO di Tesla, ha preso le difese di Durov, chiedendo a gran voce il suo rilascio. Un dramma diplomatico che si tinge di mistero.

Durov, che possiede un passaporto francese insieme ad altre cittadinanze, era appena atterrato a Parigi da Baku, in Azerbaigian, per una cena nella capitale francese, secondo fonti vicine al caso. Non era solo: lo accompagnavano la sua fedele guardia del corpo e un assistente personale. Tuttavia, l’OFMIN, l’ufficio francese che combatte la violenza contro i minori, aveva già emesso un mandato di arresto nei suoi confronti, nell’ambito di un’indagine preliminare per reati gravissimi: frode, traffico di droga, cyberbullismo, crimine organizzato e promozione del terrorismo. Accuse pesantissime, che potrebbero far tremare chiunque. Ma non Durov.

Telegram ha subito dichiarato che “Durov non ha nulla da nascondere e viaggia frequentemente in Europa.” La piattaforma ha aggiunto: “Telegram rispetta le leggi dell’UE, incluso il Digital Services Act, e la sua moderazione è conforme agli standard del settore. È assurdo sostenere che una piattaforma o il suo proprietario siano responsabili per gli abusi commessi su quella piattaforma.

Ma la storia non finisce qui. Da Mosca a Washington, la vicenda ha scatenato reazioni fortissime. Il whistleblower statunitense Edward Snowden, che vive in esilio in Russia, ha tuonato contro un “attacco ai diritti umani fondamentali” e si è detto sconvolto dal fatto che “Parigi sia scesa al livello di prendere ostaggi per ottenere accesso a comunicazioni private.

Rimane però un grande interrogativo: perché Durov ha scelto di volare in Francia, pur sapendo di essere ricercato? “Forse si sentiva impunito,” ha ipotizzato una fonte vicina all’indagine. Una scelta audace, che potrebbe costargli caro.

Advertisement

Telegram, con sede a Dubai, si è affermata come un’alternativa “neutrale” alle piattaforme statunitensi, spesso criticate per lo sfruttamento dei dati personali degli utenti. Tuttavia, il suo ruolo nella guerra tra Ucraina e Russia ha contribuito ad accendere ulteriormente i riflettori sulla piattaforma. Utilizzata tanto dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky quanto dai blogger russi favorevoli all’invasione, Telegram è diventata un campo di battaglia digitale.

In una rara intervista di aprile con il controverso presentatore Tucker Carlson, Durov ha previsto che Telegram raggiungerà un miliardo di utenti entro l’anno prossimo. Nonostante la sua immensa ricchezza, ha affermato con convinzione che la sua priorità è sempre stata essere libero. “La mia missione nella vita era permettere ad altre persone di diventare libere… e usando le piattaforme che abbiamo creato, la mia speranza era che potessero esprimere le loro libertà. Questa è la missione di Telegram.

Foto: AFP

Continue Reading