Una storia di dolore e rabbia continua a scuotere una famiglia devastata dal lutto. Chantelle Chetcuti, madre di due figli, è stata brutalmente accoltellata il 2 febbraio 2020 fuori da un club a Żabbar mentre trascorreva una serata con un’amica. Ma l’orrore non si è fermato lì: quasi cinque anni dopo, la famiglia deve ancora vedere giustizia per il suo omicidio, e il presunto assassino, Justin Borg, è libero su cauzione, autorizzato persino a viaggiare all’estero.
La famiglia ha espresso la sua indignazione in un ricorso giudiziario presentato martedì, dichiarando: “È inaccettabile che l’aggressore presunto possa vivere la sua vita liberamente, mentre le vittime di questo orribile crimine continuano a soffrire.”
L’autorizzazione del tribunale a concedere a Borg viaggi all’estero fino a quattro volte l’anno ha lasciato i familiari sconvolti, alimentando sentimenti di ingiustizia.
“[La famiglia] è stata informata che Justin Borg ha ricevuto il permesso dalla corte criminale per un weekend di vacanza e per viaggi all’estero, e che altre donne hanno sporto denunce per violenza domestica contro di lui,” recita il ricorso, aggiungendo che “queste decisioni non tengono conto del danno che causano alle vittime di questo omicidio.”
Stacey Camilleri, sorella di Chantelle, non ha mai smesso di gridare il suo dolore. Durante l’anniversario dell’omicidio, ha scritto in un post su Facebook: “Quattro anni devono essere più che sufficienti per chiudere un caso come questo! L’attesa ci sta uccidendo.”
Eppure, ad oggi, la famiglia non ha ancora ricevuto alcuna comunicazione su quando inizierà il processo. Questa incertezza ha lasciato un segno indelebile nei cuori di chi è rimasto.
L’attesa ha portato anche a una perdita irreparabile: Miriam Chetcuti, madre di Chantelle e testimone chiave del caso, è morta durante il lungo iter giudiziario. “Durante questo periodo, purtroppo, la madre della vittima Chantelle Chetcuti – Miriam Chetcuti, è deceduta,”
si legge nel ricorso, che sottolinea come Miriam fosse stata testimone degli abusi, delle minacce e delle violenze perpetrate da Borg.
Ma non è solo la famiglia di Chantelle a soffrire. I suoi figli, due giovani vite già segnate dal dolore per la perdita della madre, continuano a essere travolti da ansia e stress a causa del protrarsi del processo. “Il procedimento legale ha creato ulteriore tensione e stress per i bambini, che stanno ancora elaborando il lutto per la perdita della loro madre,” si legge nel documento legale.
Gli avvocati Lara Dimitrijevic e Stephanie Caruana, rappresentanti della famiglia, hanno annunciato il ricorso attraverso la Women’s Rights Foundation, ribadendo l’ingiustizia subita da tutti i familiari di Chantelle. “A quasi cinque anni dal suo omicidio, mentre la famiglia continua a piangere la perdita di una madre, di una sorella, di una figlia, il suo [presunto] assassino è libero di viaggiare e godersi la vita. I familiari di Chantelle sono vittime anche loro, e la violazione dei loro diritti è una violazione dei diritti umani fondamentali,”
hanno scritto.
Foto: [Archivio Times Of Malta]