L’uomo, 70 anni, ha preso a pugni e calci la donna fuori dalla loro casa coniugale a Żebbuġ. FOTO:igor Bakirov/Shutterstock.com
Un uomo di 70 anni di Żebbuġ ha ottenuto la sospensione della pena dopo che un tribunale lo ha riconosciuto colpevole di aver ferito gravemente l’ex moglie durante un incidente di violenza domestica nell’aprile 2019.
Il tribunale ha sentito la donna testimoniare che l’incidente è avvenuto mentre stava per uscire di casa. Anche se l’ex marito non viveva lì da quando aveva lasciato la casa coniugale, si trovava fuori casa quando lei stava uscendo.
La donna ha raccontato che lui ha iniziato a colpirla, a darle pugni a casaccio e a darle diversi calci nello stomaco, fratturandole un dito mentre lei cercava di proteggersi dall’aggressione.
Il perito medico Mario Scerri ha osservato che il dito è stato fratturato al punto tale che non tornerà mai più alla normalità.
Un rappresentante dell’Unità della polizia di Supporto alle Vittime ha detto che stavano seguendo la donna da quando erano stati informati dei problemi tra la coppia e che la vittima aveva paura dell’ex marito perché era violento con lei.
L’uomo ha testimoniato che è stata la sua ex moglie a schiaffeggiarlo per prima quando gli ha detto che non avrebbe firmato i documenti per la separazione. Ha ammesso di aver avuto altre due cause per episodi simili con la sua ex moglie.
Il magistrato Monica Vella ha dichiarato che non avrebbe preso in considerazione la testimonianza del nipote dopo aver stabilito che non era un testimone attendibile, dal momento che la sua versione dei fatti non era confermata da nessuno degli altri testimoni.
Il magistrato ha respinto la tesi dell’uomo secondo cui avrebbe agito per autodifesa, perché le prove hanno dimostrato il contrario.
Lo ha condannato a 18 mesi di reclusione, sospesi per due anni, e ha emesso un ordine di protezione a favore della vittima. Ha avvertito l’uomo che verrebbe multato di 2.000 euro se dovesse molestare nuovamente la moglie entro un anno.
L’ispettore di polizia Alfredo Mangion ha esercitato l’azione penale. Gli avvocati Franco Debono, Marion Camilleri e Adreana Zammit erano i difensori.