Il governo sta davvero sacrificando l’istruzione pubblica per sostenere le scuole private? Questo è il duro attacco del Moviment Graffitti che, con parole forti e chiare, ha messo in dubbio la scelta di dirottare milioni di euro dei contribuenti verso istituti scolastici a scopo di lucro. “Sovvenzionare scuole private che generano profitti con i soldi della gente? È inaccettabile!”
, hanno tuonato mercoledì.
Il piano del governo, che prevede di fornire fondi a scuole indipendenti e private con l’obiettivo di limitare l’aumento delle rette scolastiche al 12% annuo, non è passato inosservato. Ma secondo Graffitti, dietro questa mossa si nasconde un’ingiustizia lampante. “Questo distoglie ingiustamente risorse pubbliche per l’uso esclusivo delle scuole private”
, hanno dichiarato con forza.
Ecco il dato scioccante: chi manda i propri figli in scuole private non appartiene certo alla fascia più bisognosa della popolazione. Le statistiche lo confermano. Allora perché sostenere chi non ne ha bisogno? “Oltre alle risorse pubbliche e agli incentivi fiscali, il governo sovvenzionerà anche le tasse scolastiche di queste scuole. Le scuole private sono aziende a scopo di lucro, ed è assurdo che i profitti privati siano finanziati dai contribuenti”
, hanno affermato.
Graffitti non usa mezzi termini: mentre si investe nelle scuole private, il governo sta fallendo nel risolvere i veri problemi dell’istruzione. Gli studenti delle scuole pubbliche sono quelli che hanno più bisogno di sostegno, ma i fondi vengono destinati altrove. E i numeri internazionali lo dimostrano. “Secondo i risultati di esami come il PISA, i bambini nelle scuole private ottengono già risultati migliori rispetto a quelli delle scuole pubbliche, per vari motivi. Fino a quando il governo non affronterà i problemi sistemici dell’educazione, il nostro sistema non sarà mai equo e giusto”
, hanno continuato.
E se nemmeno un governo che si definisce “socialista” dà priorità ai servizi pubblici, chi lo farà? “I servizi pubblici devono essere accessibili a tutti!”
.
Ma la questione va oltre il semplice finanziamento. Per Graffitti, il modello educativo attuale è discriminatorio. “Un sistema che categorizza i bambini ancor prima che entrino in classe non fa altro che perpetuare le disuguaglianze, e il governo, invece di risolvere il problema, lo sta rafforzando”, hanno detto.
Quindi, cosa fare con quei 26 milioni di euro? La risposta di Graffitti è semplice: investirli nelle scuole pubbliche. “Il governo deve collaborare con le migliori entità educative per progettare un modello scolastico inclusivo, equo e degno di una società moderna”
, hanno concluso.
Foto: Matthew Mirabelli