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Malta

Pilatus Bank, scontro legale senza fine: la giustizia in gioco a Malta

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Uno scontro legale infuocato che potrebbe riscrivere le regole della giustizia a Malta! La decisione della Corte di bloccare l’azione penale contro i vertici di Pilatus Bank ha scatenato l’ira di Repubblika, con il suo avvocato Jason Azzopardi che accusa i giudici di aver “usurpato”  il ruolo del magistrato inquirente. Una mossa clamorosa che mette in discussione l’intero sistema giudiziario!

Secondo Azzopardi, il tribunale ha ignorato le conclusioni di un’inchiesta magistrale che aveva esplicitamente raccomandato di agire contro alcuni alti funzionari della banca. “L’inchiesta ordinava di agire contro una serie di persone… Il primo tribunale ha usurpato i poteri del magistrato inquirente decidendo diversamente,”  ha dichiarato in aula, lasciando intendere che la giustizia potrebbe essere stata ostacolata dall’interno.

Il cuore dello scandalo

Al centro della vicenda c’è l’inchiesta magistrale su Pilatus Bank, che aveva fatto emergere sospetti gravissimi: riciclaggio di denaro, associazione a delinquere e persino un possibile traffico di influenze tra il presidente della banca, Ali Sadr, e l’ex capo di gabinetto dell’ufficio del Primo Ministro, Keith Schembri. Accuse pesantissime che avrebbero dovuto portare all’arresto immediato dei responsabili.

Eppure, nonostante siano stati emessi mandati di cattura internazionali contro alcuni funzionari della banca, nessuno di loro è mai stato formalmente incriminato. Un silenzio assordante che ha spinto Repubblika, nel 2022, a rivolgersi alla Corte per obbligare la polizia ad agire.

Ma a sorpresa, il mese scorso la magistrata Nadine Lia ha respinto la richiesta, sostenendo che le prove presentate non erano sufficienti. Una decisione che ha fatto infuriare Repubblika, convinta che la giustizia stia venendo ostacolata.

L’offensiva di Repubblika

L’ex presidente di Repubblika, Robert Aquilina, non ci sta e impugna la decisione. A suo dire, davanti alla Corte era stata presentata una montagna di prove, tra cui una copia autenticata dell’inchiesta su Pilatus e perfino email interne della polizia. Eppure, tutto questo è stato ignorato.

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Durante l’udienza d’appello, Azzopardi ha smontato pezzo per pezzo le motivazioni della prima sentenza. Ha rivelato che il tribunale aveva dichiarato che i documenti forniti da Aquilina non contenevano i nomi delle persone da incriminare, quando in realtà quei nomi erano ben presenti. “Molti documenti sono stati esibiti, incluse le conclusioni dell’inchiesta magistrale, eppure tutto è stato ignorato,” ha tuonato, definendo il verdetto “sbalorditivo” e “contraddittorio” .

Ma il punto più assurdo, secondo Azzopardi, è l’affermazione della magistrata secondo cui la polizia non poteva procedere con le accuse a causa dei mandati di cattura internazionali pendenti. “Questo è un vero e proprio abominio giuridico!”  ha gridato in aula, ricordando che in passato le accuse sono state formulate anche prima dell’esecuzione di mandati simili.

Magistrata imparziale? Le accuse di Azzopardi

Secondo l’avvocato, la magistrata Nadine Lia non avrebbe trattato il caso con l’oggettività necessaria. Invece di concentrarsi sulle prove e sulle accuse, si sarebbe preoccupata di come Aquilina fosse entrato in possesso dei documenti, ordinando addirittura un’indagine su questo. Un atteggiamento che, secondo Repubblika, distoglie l’attenzione dal vero problema: perché la giustizia non sta facendo il suo corso?

Il parere dell’Avvocato Generale

Dall’altra parte, l’Avvocato Generale, tramite il suo legale Ramon Bonett Sladden, ha chiesto il rigetto dell’appello, sostenendo che la decisione di quando presentare le accuse è una questione di strategia. La procura, secondo lui, può scegliere se incriminare prima o dopo l’emissione dei mandati di cattura internazionali.

Ha anche sottolineato che un’inchiesta magistrale “non è la parola definitiva” , lasciando intendere che la polizia e la procura hanno il diritto di valutare se e come procedere. Inoltre, ha avvertito che la battaglia legale di Repubblika potrebbe creare una situazione caotica, con due procedimenti paralleli: uno condotto dall’Avvocato Generale e uno dalla polizia.

“Lo Stato non vuole agire!”

Ma Azzopardi ha risposto con parole durissime, accusando apertamente le autorità di immobilismo: “Nonostante tutto, fino a oggi non è stata mossa alcuna accusa. Ecco quanto lo Stato è desideroso di agire contro queste persone,” ha dichiarato con sarcasmo, parlando di “sfacciata e crassa inazione da parte dello Stato” .

Chi vincerà questa battaglia? Giustizia sarà fatta o tutto finirà nel dimenticatoio?

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Foto: Matthew Mirabelli

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