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Malta

Mizzi e Schembri all’attacco: il mistero degli ordini di congelamento milionari

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Konrad Mizzi e Keith Schembri hanno dichiarato di non aver avuto tempo sufficiente per contestare un ordine di congelamento di diversi milioni di euro.

Una corte costituzionale ha recentemente respinto una sfida alla legge sugli ordini di congelamento, sostenuta da Mizzi e Schembri, i quali sostengono che la legge attuale crei una disuguaglianza tra accusa e difesa. Questa battaglia legale è nata nel contesto del primo caso Vitals, dove Mizzi e Schembri sono accusati di coinvolgimento nella concessione fraudolenta di Vitals.

Secondo la difesa, la legge attuale concede solo sette giorni lavorativi per contestare un ordine di congelamento, mentre l’accusa non ha limiti di tempo. Questa disparità, sostengono, viola il diritto a un equo processo e il diritto al pacifico godimento della proprietà. La giudice Edwina Grima ha ritenuto queste argomentazioni non “frivole né vessatorie” e ha rinviato la questione alla corte costituzionale.

La questione ha raggiunto il giudice Mark Simiana, il quale ha ascoltato le argomentazioni degli avvocati della difesa. Il giudice ha affermato che “la lotta contro la criminalità, che causa distorsioni economiche, richiede che chi viola la legge non possa godere dei frutti delle sue azioni illecite” . Tuttavia, ha anche sottolineato che gli ordini di congelamento devono essere proporzionati per non privare ingiustamente qualcuno dei propri beni.

Il limite di sette giorni, secondo il giudice Simiana, non è troppo breve se le motivazioni dell’ordine di congelamento sono immediatamente disponibili per gli imputati. Ha inoltre affermato che la questione da contestare è un punto di diritto e non richiede l’esame di tutte le prove dell’inchiesta magistrale.

Il giudice ha concluso che “sette giorni lavorativi per contestare un punto di diritto non possono essere considerati insufficienti”. Ha aggiunto che la corte costituzionale non dovrebbe interferire con i limiti di tempo stabiliti dal legislatore e che la decisione del Tribunale dei Magistrati può essere riesaminata dalla Corte Penale.

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In definitiva, la corte ha concluso che Mizzi e Schembri non hanno subito violazioni dei loro diritti fondamentali nel procedimento penale. Tuttavia, gli imputati hanno intenzione di presentare appello.

Foto: [Archivio Times Of Malta]