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Malta

Migrazione e lavoro: le nuove regole mettono a rischio la ristorazione

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Le nuove regole sulla migrazione del lavoro scatenano la bufera nel mondo della ristorazione. L’Associazione dei Ristoratori (ACE) denuncia: le proposte del governo sono un duro colpo per il settore, “ingiuste e irrealistiche”. Tra i cambiamenti più controversi, la sospensione delle assunzioni di lavoratori stranieri per i datori di lavoro con alti tassi di licenziamento, tariffe dei permessi variabili, divieto di stipendi in contanti e un periodo di grazia più lungo di 60 giorni per i lavoratori extracomunitari che perdono il lavoro.

Sebbene l’ACE riconosca l’impatto positivo di alcune misure, come l’estensione del rinnovo dei permessi di lavoro da uno a due anni, l’associazione lancia un allarme: “Le nuove proposte ignorano completamente la complessità del nostro settore, dove il turnover è inevitabilmente più alto della media” .

“Gli obiettivi di queste misure sono ingiusti e irrealistici”, sottolineano i rappresentanti dell’associazione, facendo riferimento a uno studio del Centro Studi sul Lavoro dell’Università di Malta. “Il report evidenzia come i lavoratori extracomunitari si concentrino in ruoli meno qualificati, più soggetti a una rapida rotazione.”

Ma non è tutto. L’ACE avverte che l’applicazione di queste regole senza considerare le specificità del settore potrebbe portare a una divisione pericolosa tra operatori locali e stranieri. “Temiamo che queste proposte possano risultare discriminatorie nei confronti degli operatori locali” , dichiarano preoccupati.

Infine, l’associazione ha sollevato critiche anche sulla necessità di ripensare il formato della skills card, ritenuto non adeguato. La richiesta è chiara: “Chiediamo consultazioni immediate per creare un equilibrio equo tra gli interessi dei lavoratori extracomunitari e quelli delle imprese locali”.

Foto: File

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