Il 2025 si preannuncia come un anno infuocato per la politica maltese, con scandali, processi e possibili colpi di scena elettorali destinati a sconvolgere il panorama politico. Tutti gli occhi sono puntati su una serie di eventi che potrebbero segnare un punto di svolta nella storia recente del paese.
L’affaire Vitals continua a dominare i riflettori dopo le accuse mosse a Joseph Muscat e ad altre figure politiche di spicco. Il governo e Steward Health Care si preparano a battagliare in arbitrato, con lo Stato che pretende un risarcimento per i mancati adempimenti, mentre l’azienda americana rivendica una penale di 100 milioni di euro.
Ma il vero terremoto arriverà quando i tribunali emetteranno i loro verdetti sui protagonisti principali, tra cui Muscat, Konrad Mizzi e Keith Schembri. “Un verdetto di colpevolezza potrebbe rappresentare l’occasione per il governo di tagliare definitivamente i ponti con il passato,”
secondo alcuni osservatori. Tuttavia, un’assoluzione potrebbe ribaltare le carte in tavola, riaprendo la porta a un clamoroso ritorno politico di Muscat.
E il Partito Nazionalista? Dietro le quinte si respira la sensazione che il caso Vitals abbia ormai esaurito il suo potenziale politico. “Abbiamo vinto questa battaglia, ma non possiamo continuare a parlarne all’infinito. È tempo di guardare avanti,”
ha confidato una fonte interna al PN.
Il 2025 vedrà anche l’inizio del processo a Yorgen Fenech per l’omicidio di Daphne Caruana Galizia. Questo caso ha già fatto tremare le fondamenta del potere, provocando dimissioni e scandali. Il suo esito potrebbe riservare sorprese che nessuno osa ancora immaginare. Anche se molti credono che il pubblico, ormai stanco, difficilmente sarà scosso dal verdetto, gli attivisti sono pronti a reagire in caso di nuove rivelazioni sconvolgenti. “Potremmo rivivere le proteste del 2019 se emergeranno dettagli inaspettati,”
avvertono.
Intanto, il dibattito sulle elezioni anticipate resta acceso. La débâcle del Partito Laburista nelle elezioni europee ha alimentato voci su una possibile chiamata alle urne prima del 2027. Anche se queste speculazioni si sono affievolite, un’elezione nel 2026 non è del tutto esclusa. Robert Abela, pur con alcune critiche interne, appare destinato a guidare il partito fino alla prossima tornata elettorale, a meno che non emergano sfide impreviste come il ritorno di Roberta Metsola sulla scena politica locale.
Il nuovo anno porterà anche nuove voci sulla scena politica, con il debutto di almeno due nuovi partiti, tra cui uno guidato da Arnold Cassola. Sebbene rimanga incerto se queste formazioni riusciranno a lasciare il segno, potrebbero riportare sotto i riflettori questioni sociali scottanti come l’eutanasia e l’aborto. La recente legge sull’interruzione di gravidanza, considerata troppo “annacquata”, non ha soddisfatto né i sostenitori della scelta né gli esperti internazionali.
E mentre Malta si confronta con i suoi dilemmi interni, il panorama europeo è in subbuglio. Le guerre in Ucraina e Medio Oriente, combinate con il ritorno di Donald Trump negli Stati Uniti, spingeranno l’Europa a rafforzare le sue strutture di sicurezza. Questo potrebbe riaccendere il dibattito sulla neutralità maltese, un tema mai veramente sopito.
Il 2025 si profila come un anno decisivo, in cui il destino politico di Malta potrebbe prendere direzioni inaspettate. La posta in gioco non è mai stata così alta, e il paese si prepara a vivere momenti che potrebbero scolpirsi nella sua storia.
Foto: [Archivio Times of Malta]