Malta sta letteralmente soffocando sotto il peso del caldo crescente, ma la soluzione potrebbe essere sorprendentemente semplice: più alberi e meno cemento. Secondo Stefano Moncada, docente dell’Università di Malta, piantare alberi e sostituire il cemento con il terreno naturale potrebbe essere la chiave per abbassare le temperature sull’isola. E tutto questo senza ricorrere a costosi interventi ingegneristici.
“Possiamo prendere soluzioni dalla natura: aggiungere più alberi può abbassare la temperatura… anche uno o due gradi possono fare una differenza enorme. Questo aspetto è spesso sottovalutato” ha rivelato Moncada in un’intervista a Times of Malta
.
Queste dichiarazioni arrivano a pochi giorni da uno studio scioccante che ha indicato Malta come il paese europeo più vulnerabile alle ondate di calore. Se le temperature dovessero aumentare di 3˚C, come previsto dai modelli climatici attuali, si potrebbero registrare fino a 95 morti in più ogni anno per ogni 100.000 abitanti. Nessun altro paese in Europa rischia così tanto.
Moncada ha sottolineato che le “soluzioni basate sulla natura”
vengono purtroppo ignorate, evidenziando come il taglio indiscriminato degli alberi dimostri una totale mancanza di consapevolezza su quanto il verde pubblico possa influire sulla riduzione delle temperature.
“Sostituire il cemento con il terreno naturale può essere un’arma potente. Il suolo assorbe il calore e contribuisce a raffreddare l’aria circostante. È una vittoria su tutti i fronti: economica ed efficace.”
Malta, come piccola isola, è “più vulnerabile” agli impatti del cambiamento climatico rispetto ad altre nazioni. E Moncada non ha dubbi: bisogna agire subito, migliorando anche gli standard edilizi, che sebbene studiati, sono ancora lontani dall’essere applicati. “Non possiamo più permetterci di rimandare.”
Il docente avverte che i cambiamenti climatici non solo sono già in corso, ma diventeranno sempre più estremi.
Moncada propone anche dei cambiamenti di comportamento, suggerendo che il paese dovrebbe considerare restrizioni per i lavori all’aperto durante le ore più calde, una soluzione condivisa dall’esperta di cambiamenti climatici Simone Borg. Entrambi puntano il dito su esempi come l’Australia, dove il lavoro esterno è vietato quando le temperature superano i 28˚C.
“Il lavoro sotto temperature così alte è pericoloso”, ha avvertito Borg, aggiungendo che anche a Malta potrebbe essere necessario ripensare gli orari di lavoro all’aperto. Moncada ha evidenziato che questo cambiamento richiede l’impegno congiunto di “settore pubblico, privato e partner sociali”
per poter essere attuato.
Temperature più alte e farmaci: una combinazione pericolosa
In merito alla trasformazione delle città maltesi in spazi più verdi, Borg – esperta in diritto delle risorse naturali e cambiamenti climatici – ha dichiarato che rendere verdi le aree urbane è “sempre più cruciale. Ogni albero è prezioso.”
Alla domanda se le misure attuali siano sufficienti, Borg è stata chiara: “Non è mai abbastanza.”
Gli anziani, le prime vittime del caldo
Se le alte temperature sono pericolose per tutti, gli anziani sono quelli che rischiano di più. Secondo il geriatra Peter Ferry, il corpo degli anziani è meno capace di adattarsi al caldo.
“Invecchiando, la capacità del nostro corpo di regolare la temperatura diminuisce, un po’ come una batteria che si scarica con il tempo.”
E i farmaci, che molti anziani assumono, non fanno che peggiorare la situazione.
“Alcuni antidepressivi possono causare una sudorazione eccessiva, portando a una maggiore perdita di liquidi. E sappiamo che gli anziani già tendono a bere meno acqua poiché il senso della sete si riduce con l’età”
, ha spiegato Ferry.
Ma non è tutto: i farmaci vasodilatatori, utilizzati per controllare la pressione alta, potrebbero abbassare la pressione sanguigna più del dovuto, un effetto che, combinato con il calo di pressione causato dal caldo, potrebbe portare a svenimenti.
“Molti anziani finiscono al pronto soccorso a causa di cadute legate al caldo, e spesso queste cadute hanno conseguenze molto serie. Dobbiamo prepararci meglio alla stagione estiva e considerare la possibilità di ridurre alcuni farmaci durante i mesi più caldi”.
Ferry ritiene anche che sia necessario cambiare l’atteggiamento verso l’aria condizionata, in particolare tra gli anziani, molti dei quali continuano a vederla come un “lusso”, affidandosi invece a ventilatori e finestre aperte. “Ho avuto un paziente che stava bene in ospedale, ma che ha avuto un crollo una volta tornato a casa perché non aveva l’aria condizionata. Dopo averla installata, le sue condizioni sono migliorate notevolmente. Spesso trascuriamo l’importanza dell’ambiente in cui vivono gli anziani.”
“La conoscenza è potere”
Infine, Sandro Debono, consulente museale, è convinto che le istituzioni abbiano un ruolo cruciale nell’educare il pubblico sui cambiamenti climatici. “La conoscenza è potere… è fondamentale promuovere una cultura di consapevolezza climatica”
, ha dichiarato Debono, sottolineando come i musei possano insegnare molto sull’efficienza energetica e su metodi di raffreddamento innovativi, alcuni dei quali ripresi dal passato.
“A Valletta, alcuni edifici storici utilizzano sistemi passivi di controllo della temperatura, come camini integrati nelle mura per estrarre il calore… siamo diventati così dipendenti dalla tecnologia moderna che dimentichiamo che in passato c’erano già soluzioni efficaci”.
Nonostante tutto, Debono guarda al futuro con ottimismo: “C’è speranza. Possiamo fare qualcosa, non è tutto perduto.”
Foto: [Archivio Times Of Malta]