Marco Bonnici del MUT (a sinistra) e Graham Sansone dell’UPE (a destra). Foto di archivio del Times of Malta
Il presidente dell’Unione degli Insegnanti di Malta (MUT) ha dichiarato oggi in tribunale che, pur accettando le critiche, non può accettare le “bugie” di un sindacato dell’istruzione rivale che il MUT sta denunciando per diffamazione.
Lo scorso anno, il leader dell’Unione degli Educatori Professionali (UPE), Graham Sansone, ha affermato in una conferenza stampa che il MUT aveva segretamente stretto un accordo con il governo, ma stava minacciando uno sciopero come “dimostrazione di potere” verso i propri membri. In quel momento, il MUT era impegnato in negoziati per un accordo collettivo con il governo.
Quella conferenza stampa ha dato il via a un procedimento per diffamazione da parte del MUT nei confronti dell’UPE per aver presumibilmente “fabbricato e diffuso dichiarazioni diffamatorie”.
Oggi, il capo del MUT Marco Bonnici è salito sul banco dei testimoni nella causa per diffamazione, fornendo una cronologia degli eventi che hanno portato all’azione legale del sindacato e indicando frammenti specifici della dichiarazione di UPE ritenuti diffamatori.
Durante il contraddittorio con l’avvocato dell’UPE, Jason Azzopardi, quando gli è stato chiesto se “accettava le critiche rivolte alla sua leadership”, Bonnici ha risposto: “Non mi oppongo alle critiche. Mi oppongo alle bugie”.
La dichiarazione dell’UPE è stata una reazione all’azione industriale della MUT.
“Si è voluto disturbare le nostre istruzioni in un momento molto delicato attraverso informazioni non vere”, ha detto Bonnici.
Il danno è stato amplificato dal fatto che le dichiarazioni del rivale sono state riprese e riportate da tutti i media, creando un “effetto moltiplicatore”.
Il MUT ha respinto con forza una particolare affermazione secondo cui le proposte finanziarie del governo sarebbero state “accettate dal sindacato”.
Interrogato ulteriormente da Azzopardi, Bonnici ha affermato che il governo ha presentato due proposte al sindacato e che queste “non sono state accettate”.
Alla richiesta di divulgare i nomi di coloro che rappresentano il governo nelle trattative, Bonnici si è mostrato riluttante, mentre il suo avvocato, Keith Borg, ha sollevato obiezioni.
L’UPE ha bisogno di quei nomi per difendere le sue rivendicazioni.
“Allora gli chiederò [a Bonnici] di presentare le proposte del governo fino all’11 novembre”, ha suggerito Azzopardi.
Ma anche in questo caso Bonnici rifiutò il suggerimento.
“Vede? Allora non avresti dovuto presentare la diffamazione”, ribatté Azzopardi.
Le trattative erano ancora in corso e la richiesta dell’UPE di tali proposte andava oltre l’ambito del libello, ha replicato l’avvocato del ricorrente.
“Non permettiamo che questo procedimento venga usato per secondi fini: ottenere informazioni a cui [l’UPE] non ha diritto, nemmeno in questo procedimento”, ha detto Borg.
Azzopardi ha suggerito che le proposte richieste potrebbero essere presentate sotto sigillo e rese accessibili solo al tribunale e alle parti.
Il comunicato stampa dell’UPE affermava che il MUT aveva accettato le proposte del governo e che, per non ammettere che l’UPE aveva ragione, il MUT “non aveva concluso le trattative”, ha sostenuto Azzopardi.
Il MUT ha successivamente presentato il presente procedimento, sostenendo che quanto affermato dall’UPE non era corretto, ma il tribunale non ha potuto accedere a queste informazioni per valutare la veridicità di questa questione “fondamentale”, ha proseguito l’avvocato del convenuto.
Tali proposte del governo sarebbero senza dubbio in forma scritta.
“Senza di esse, il tribunale non può decidere se l’UPE abbia espresso un’opinione onesta”, ha concluso Azzopardi, sottolineando che questo aspetto è cruciale per la diffamazione.
L’avvocato del MUT, tuttavia, non è d’accordo, sottolineando di non trarre “alcun conforto” da un secondo fine, anche se le proposte richieste dovessero essere presentate sotto sigillo.
Il tribunale, presieduto dal magistrato Rachel Montebello, ha dichiarato che la decisione su questo punto sarà presa in camera di consiglio.
Il caso continua.