La pratica controversa che permette a un solo genitore di accompagnare il proprio figlio nel pronto soccorso pediatrico potrebbe finalmente essere messa in discussione. Una svolta tanto attesa dai genitori che, tra ansia e frustrazione, si trovano spesso a dover affrontare situazioni critiche in solitudine. Il ministro della salute, Jo Etienne Abela, sembra essere dalla loro parte: “Sono al corrente della situazione e, come ministro, non vedo alcun motivo per cui entrambi i genitori non possano stare accanto al loro bambino. La direzione dell’ospedale ne è consapevole. Non sono un esperto, ma ho le mie opinioni e ritengo che questa questione si risolverà”
, ha dichiarato con fermezza.
Tutto è iniziato con una denuncia drammatica di Gordon Scicluna, un padre disperato che, dopo un’esperienza sconvolgente al pronto soccorso, ha deciso di contattare il Times of Malta. “Questa regola che permette l’accesso a un solo genitore sta causando un’enorme quantità di ansia, tensione e stress, sia ai genitori che ai bambini”
, ha raccontato Scicluna, visibilmente provato.
Il padre, sconvolto, ha dovuto portare il suo bambino di appena un anno al pronto soccorso a causa di una grave gastroenterite. Il piccolo non riusciva a trattenere liquidi da oltre 24 ore e i medici avevano consigliato un intervento urgente. Ma, arrivati all’ospedale, il dramma: solo uno dei due genitori poteva entrare con il bambino, sia nella sala d’attesa che durante la visita medica.
Il mio bambino non ha smesso di piangere per tutto il tempo, era terrorizzato.
“Quando porti un bambino malato al pronto soccorso, non puoi mai sapere quanto tempo ci vorrà. Devi portare latte extra, pannolini e tutto il necessario. E un bambino così piccolo, soprattutto se malato, può diventare irrequieto e richiedere molta attenzione. Nel mio caso, il mio bambino non ha mai smesso di piangere perché aveva paura. Chi rimane fuori, invece, vive momenti di angoscia profonda, non sapendo cosa stia succedendo al proprio figlio”
, ha continuato il padre con un tono esasperato.
Un momento particolarmente doloroso si è verificato quando Scicluna ha cercato di somministrare dei sali reidratanti al piccolo, ma, con le mani tremanti, gli sono caduti. Disperato, ha chiesto che la moglie potesse entrare per aiutarlo, ma la risposta è stata glaciale: se fosse entrata, lui sarebbe dovuto uscire. “È disumano. Sono rimasto fuori, nel freddo della notte, con un bambino malato. E parlando con altri genitori, ho scoperto che tutti erano sconvolti da questo sistema assurdo”.
Ma perché questa regola esiste? Paul Pace, il capo del Malta Union of Midwives and Nurses, ha spiegato che il pronto soccorso pediatrico, originariamente progettato per ospitare solo quattro pazienti, ha raddoppiato la capacità a otto letti circa due anni fa. Questa decisione, presa per ridurre le attese e garantire una supervisione costante da parte del personale infermieristico, ha portato alla prassi di permettere l’accesso a un solo genitore per evitare sovraffollamenti e garantire la sicurezza.
Tuttavia, Pace ha precisato che, nel momento in cui il bambino viene visitato e si devono prendere decisioni importanti, entrambi i genitori sono ammessi nella stanza. Per garantire la privacy, l’altro paziente viene temporaneamente spostato.
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