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Malta

Gli ex lavoratori della centrale Delimara avanzano nella causa di discriminazione

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La centrale di Delimara nel 2012. Foto: Jason Borg

Sette ex funzionari di una centrale elettrica, che sostengono di aver subito una “palese” discriminazione sul posto di lavoro, hanno avviato una doppia azione legale, dopo non essere riusciti a convincere le autorità di meritare un risarcimento.

I sette ricorrenti al centro di questa storia che dura da anni sono dipendenti della Engineering Resources Limited, specializzata in elettronica, distaccati per lavorare come principali addetti al controllo e alla strumentazione dell’International Energy Services Centre Ltd (IESC) nella centrale di Delimara.

Nel febbraio 2022 hanno presentato una protesta giudiziaria sostenendo di aver subito otto anni di discriminazione sul posto di lavoro. Sostenevano di essere stati privati del loro ruolo legittimo e di essere stati vittime di mobbing.

Quando la prima protesta giudiziaria è stata ignorata, il gruppo ne ha presentata una seconda nell’ottobre 2022. Ma la loro situazione sul posto di lavoro è rimasta invariata, nonostante gli incontri a livello ministeriale, fino all’ufficio del primo ministro.

Il gruppo ha ora fatto un ulteriore passo avanti, presentando due azioni giudiziarie.

Nel primo caso Ludric Vella, Joseph Cassar, Sinclair Tabone, Edmund Vella, Justin Abela, Ivan Scicluna e Reno Tonna chiedono ai tribunali civili di essere reintegrati in un grado superiore con tutti i diritti, gli aumenti e i benefici e di concedere loro danni economici e morali.

Nel secondo caso, depositato davanti alla Prima Sala della Corte Civile nella sua giurisdizione costituzionale, i sette ricorrenti affermano di aver subito discriminazioni e trattamenti inumani e degradanti e chiedono alla Corte di concedere tutti i rimedi adeguati.

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Entrambe le cause sono state intentate contro la Engineering Resources Ltd, l’International Energy Service Centre Ltd e il suo presidente esecutivo ing. Johann Zammit, il Ministero dell’Ambiente e dell’Energia e il suo segretario permanente. Anche l’Avvocatura dello Stato è convenuta in giudizio.

I ricorrenti sostengono che, dopo anni di mobbing e discriminazioni sul posto di lavoro, equivalenti all’”apartheid”, nel giugno 2022 sono stati informati via e-mail che il loro “distacco presso lo IESC è stato revocato con effetto immediato” e che avrebbero dovuto presentarsi alla Engineering Resources Ltd.

Sapevano benissimo che quella decisione era stata presa a titolo personale dall’Ing Zammit e che non rispondeva all’interesse dello IESC, dal momento che non c’era nessuno in grado di sostituire le loro competenze, sostengono i ricorrenti.

Dopo la revoca del distacco, hanno trascorso mesi senza un posto di lavoro fino a quando non gli sono stati assegnati compiti nelle officine governative.

La loro specializzazione in elettronica è andata sprecata.

Nell’ottobre 2023 è stato pubblicato un bando interno per “addetto alla manutenzione della centrale elettrica”. Ma evidentemente era stato fatto su misura per due candidati particolari “i cui nomi erano noti”, sostengono i candidati.

Questi due candidati hanno ottenuto il posto che i ricorrenti stessi stavano lottando da tempo per ottenere.

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I sette funzionari sostengono che tutto ciò sia dipeso dal presidente dello IESC Zammit, che ha voluto “sistemare terze persone a lui vicine che beneficiano di una certa protezione e la cui identità è ben nota ai ricorrenti”.

Tutti e sette sostengono di non aver mai commesso alcun illecito sul posto di lavoro e di non essere mai stati oggetto di azioni disciplinari. Hanno sempre lavorato con diligenza.

Zammit sembrava agire nella “totale impunità”, prendendo il comando con la “sua cricca” invece che con il consiglio di amministrazione, sostengono i ricorrenti.

Gli avvocati Michael Tanti-Dougall e Tonio Azzopardi assistono i ricorrenti in entrambi i casi.