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Trump punta su Guantanamo per detenere 30.000 migranti: l’ONU lancia l’allarme

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Il piano di Donald Trump per la detenzione dei migranti ha sollevato un’ondata di indignazione internazionale, e l’ONU è scesa in campo, condannando con fermezza la misura. Una decisione che ha del clamoroso e rischia di cambiare radicalmente il destino di migliaia di migranti. È il 26 gennaio, e l’ONU afferma che la detenzione dei migranti non può che essere l’ultima opzione, soprattutto se contrasta con i diritti fondamentali dell’uomo.

Mentre l’ONU mette in guardia, Donald Trump svela il suo piano shock: la costruzione di un nuovo campo di detenzione a Guantanamo, per ospitare fino a 30.000 migranti irregolari. Ma c’è di più: la struttura, già nota per aver rinchiuso sospetti terroristi dal 2001, diventerà il fulcro della sua lotta contro l’immigrazione illegale. L’ex presidente degli Stati Uniti non usa mezzi termini: questi migranti sono “criminali illegali”. E il luogo scelto per trattarli è il famigerato centro militare statunitense a Cuba, dove, nel passato, sono stati rinchiusi prigionieri di guerra e sospetti terroristi.

In una conferenza a Ginevra, Jeremy Laurence, portavoce dell’ufficio dei diritti umani dell’ONU, ha dichiarato con forza: “È essenziale difendere la dignità e i diritti di tutte le persone, indipendentemente dal loro status di immigrazione, e garantire che vengano trattate secondo gli standard internazionali sui diritti umani” .

Ma non si è fermato lì. Laurence ha ribadito: “La detenzione dei migranti dovrebbe essere utilizzata come ultima risorsa e solo in circostanze eccezionali” . Un monito che rimbomba contro un piano che sta già facendo discutere il mondo intero.

Eppure Trump sembra determinato. In una dichiarazione alla Casa Bianca, ha promesso che il piano per Guantanamo raddoppierà la capacità di trattenere migranti senza documenti, con 30.000 nuovi letti pronti a ospitare i cosiddetti “criminali”. “Abbiamo 30.000 letti a Guantanamo per detenere i peggiori criminali migranti che minacciano il popolo americano” , ha detto, lasciando intendere che la lotta all’immigrazione illegale è appena iniziata.

Guantanamo Bay, oggi sede di 15 prigionieri legati agli interventi statunitensi in Afghanistan e Iraq, ha raggiunto un picco di 800 detenuti nel corso degli anni. Questo ha sollevato violente critiche da parte di attivisti per i diritti umani, che hanno denunciato le condizioni disumane di detenzione e l’assenza di un giusto processo.

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Ma la mossa di Trump non fa altro che intensificare il conflitto sulla politica migratoria statunitense. Con questa mossa, l’ex presidente segna una linea durissima, pronta a segnare il futuro delle politiche migratorie nel paese. La comunità internazionale resta con il fiato sospeso, mentre cresce la paura che altri Paesi possano seguirne l’esempio.

Foto: [Archivio AFP]

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