Mentre Malta si unisce al mondo nella commemorazione della Giornata della Memoria, è importante riflettere su un capitolo doloroso ma significativo della storia maltese. Durante la Seconda Guerra Mondiale, circa 2.000 cittadini maltesi furono inviati nei campi di concentramento italiani, un fatto che deve risuonare un ricordo solenne nella memoria collettiva della nazione.
La Giornata della Memoria assume un significato speciale per Malta, grazie a una ricerca che ha portato alla luce una parte oscura e spesso dimenticata della storia maltese di quegli anni. Il documentario “Maltin Internati fl-Italja – Storja Vera” (Maltesi Internati in Italia – Una Storia Vera), prodotto da Television Malta (TVM) e condotto dal giornalista Mario Xuereb, rivela, attraverso la testimonianza di sopravvissuti e documenti d’archivio, le sofferenze dei più di 2.000 maltesi che furono deportati in Italia sotto l’accusa di essere spie britanniche in Libia.
Questa scoperta risale al 2017, quando Mario Xuereb, laureato in storia e giornalista di TVM, ha iniziato a indagare su voci secondo cui alcuni maltesi, inclusi bambini e donne incinte, furono strappati dalle loro vite a Tripoli e imprigionati in Italia sotto il regime fascista. La deportazione verso il campo di concentramento Le Fraschette avvenne nel gennaio 1942, quando 2.000 membri della comunità maltese di Tripoli, noti come i “Tripolini”, furono deportati in Italia su tre navi mercantili. La loro storia è una testimonianza della complessità e della brutalità della guerra. Molti di questi maltesi furono etichettati come “traditori” e si trovarono di fronte a scelte impossibili, tra cui l’offerta di sussidi e la libertà in cambio del loro rinnegamento dell’alleanza con i britannici.
L’obiettivo delle autorità italiane dell’epoca era farli diventare simpatizzanti del regime fascista italiano, ma la maggior parte di loro rifiutò. Come risultato, furono confinati in vari campi di concentramento in Italia, dove sperimentarono fame, prigionia, percosse, stupri e persino la morte, come testimoniano le interviste di Xuereb con alcuni sopravvissuti, da cui emergono storie toccanti di sofferenza e coraggio. L’opera di Mario Xuereb ha permesso di recuperare elenchi di nomi di individui maltesi internati tra il 1940 e il 1945, confermando così la veridicità di questa parte oscura e tragica della storia maltese.
Il documentario non solo rivela le sofferenze dei maltesi deportati in Italia, ma getta luce anche su una figura controversa: Carlo Mallia, ex ministro dell’Unione Politica Maltese (UPM), che durante la guerra lasciò Malta per guidare il Gruppo Irredentista Maltese. Mallia cercò di persuadere i maltesi a rinunciare alla loro cittadinanza britannica e diventare simpatizzanti del fascismo italiano per evitare l’internamento nei campi di concentramento. Solo poche famiglie maltesi accettarono questa proposta, mentre la maggior parte rimase fedele alla corona britannica.
La storia dei ‘Tripolini’ è un monito potente contro l’odio e l’intolleranza, ricordandoci l’importanza di custodire i valori di umanità e solidarietà. La Giornata della Memoria non è solo un momento di lutto, ma anche e soprattutto un’opportunità per educare le generazioni future sui pericoli dell’odio e dell’indifferenza. Attraverso la memoria, Malta si impegna a costruire un futuro in cui tali atrocità non si ripetano mai più e riafferma anche il suo impegno a promuovere la pace, la tolleranza e la comprensione.