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Malta

Edilizia a Malta: il boom che lascia i lavoratori indietro

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Il settore delle costruzioni a Malta ha vissuto un decennio di crescita esplosiva, ma per i lavoratori il boom si è tradotto in poco più che briciole. Un nuovo rapporto shockante rivela che i salari del comparto sono rimasti quasi congelati, mentre gli affari immobiliari volavano. E il quadro che emerge non potrebbe essere più desolante: una dipendenza sempre maggiore da manodopera straniera sottopagata e un divario crescente tra il settore edile e gli altri comparti.

Il documento, pubblicato questa settimana, lancia l’allarme su una realtà sconcertante: “i cittadini di Paesi terzi hanno svolto un ruolo significativo nel settore delle costruzioni, occupando molte delle nuove posizioni create” . Tuttavia, con salari che hanno fatto registrare un incremento di meno del 2% dal 2013, il più basso tra tutti i settori, la maggior parte dei lavoratori ha dovuto combattere contro un costo della vita in continua crescita.

Tra il 2013 e il 2023, l’inflazione media si è attestata attorno al 2%, con picchi nel 2022 e 2023 dovuti alla crisi globale del costo della vita. Eppure, persino negli anni d’oro tra il 2014 e il 2019, quando l’edilizia era al culmine del boom, i salari non sono riusciti a tenere il passo con le spese quotidiane. Nel frattempo, lavoratori di altri settori hanno visto aumenti ben più consistenti: oltre il 6% per chi lavora nell’intrattenimento e nel settore dell’igaming, più del 5% nell’immobiliare e tra il 4% e il 5% nei comparti ICT, sanità, educazione e finanza.

Ma i numeri che colpiscono di più sono quelli relativi agli stipendi. I lavoratori edili guadagnano in media 18.500 euro l’anno, superando di poco i 16.400 euro di agricoltori e pescatori, ma ben al di sotto dei 30.000 euro del settore pubblico o dei 40.000 euro di ICT e finanza. Ancora più allarmante è uno studio del 2023 della KPMG, commissionato dalla Malta Development Association, che rivela come i salari medi degli operai edili si siano fermati a 13.300 euro, praticamente invariati rispetto al 2017. “I dati non includono i guadagni dei lavoratori autonomi, che dal 2017 hanno visto raddoppiare i propri redditi”  si legge nel rapporto.

Eppure, il settore continua a crescere in dimensioni: negli ultimi dieci anni la forza lavoro è quasi raddoppiata, raggiungendo oltre 20.000 dipendenti, con un incremento di 8.700 lavoratori. Ma di questi, circa 8.400 sono cittadini di Paesi terzi, il gruppo più vulnerabile allo sfruttamento. Intanto, oltre 1.000 maltesi hanno lasciato il settore nello stesso periodo, nonostante il boom edilizio senza precedenti.

Il rapporto evidenzia una contraddizione inquietante: l’edilizia è il settore più intensivo in termini di manodopera, ma è tra quelli che contribuiscono meno alla ricchezza economica di Malta. In pratica, servono quattro operai edili per generare la stessa ricchezza prodotta in un giorno da un singolo lavoratore nei settori artistico, immobiliare o finanziario. Nonostante l’afflusso di nuovi progetti e lavoratori, l’edilizia resta uno dei comparti meno redditizi del Paese, superato solo dall’agricoltura e dal manifatturiero.

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Foto: Matthew Mirabelli

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