L’economia di Malta continua a far parlare di sé, superando ogni aspettativa e dominando la scena europea. La Commissione Europea ha lanciato un messaggio chiaro: l’isola sta crescendo più velocemente di quanto previsto. Con un sorprendente aumento del PIL reale del 5% previsto per quest’anno, Malta ha scalato la vetta delle classifiche economiche europee. “Il nostro tasso di crescita sarà cinque volte superiore alla media europea”
, ha dichiarato il primo ministro Robert Abela, sottolineando con orgoglio l’eccezionale performance del paese.
Dietro questi numeri da record c’è una domanda interna robusta e un turismo che non accenna a rallentare. A questo si aggiunge un flusso costante di immigrazione e una crescita esponenziale nei settori IT, finanziario e ricreativo. Le esportazioni stanno battendo le importazioni, offrendo un ulteriore impulso al PIL e consolidando il ruolo di Malta come leader economico nell’Unione Europea.
Mentre il resto d’Europa arranca con una crescita media dello 0,9%, Malta viaggia su un altro livello. Anche per il 2024 e il 2025 le previsioni restano rosee: un aumento del 4,3% annuo, ben al di sopra dell’1,3% e 1,5% previsti rispettivamente per l’UE.
Non solo l’economia corre, ma anche il mercato del lavoro si dimostra solido. La disoccupazione dovrebbe scendere dal già basso 3,2% di quest’anno al 3% entro il 2026, un tasso che molti altri stati possono solo sognare. Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica: secondo la Commissione, i salari cresceranno lentamente, appena sopra il tasso di inflazione, poiché molti nuovi posti di lavoro saranno creati in settori a bassa retribuzione.
La Commissione Europea ha messo in evidenza anche un miglioramento sul fronte del deficit. Entro il 2024, si prevede un calo al 4% del PIL, rispetto al 4,5% di quest’anno, grazie a una riduzione dei sussidi e ai costi di ristrutturazione della compagnia aerea nazionale. Anche se il deficit resterà sopra la soglia del 3% fino al 2026, quando dovrebbe scendere al 3,1%, il rapporto debito/PIL si manterrà stabile poco sopra il 50%, supportato da una gestione fiscale più efficace.
Foto: Jonathan Borg