Un’ammissione di colpa, una vita spezzata e un dramma che ha segnato per sempre le vite di chi era coinvolto. Maxime Asacha Muehlematter, 22 anni, ha confessato di essere il responsabile della morte del suo amico Ben Laferla in un tragico incidente a Swieqi, avvenuto due anni fa. La sua condanna? Due anni di reclusione con pena sospesa, ritiro della patente per un anno e il peso di un rimorso che difficilmente potrà scrollarsi di dosso.
Era il 24 settembre, le prime ore del mattino, quando Muehlematter perse il controllo della Renault Zoe che aveva noleggiato.
L’auto si schiantò violentemente contro il muro di una proprietà privata in Triq il-Madliena. Seduta accanto a lui sul sedile anteriore c’era la sua giovane fidanzata di appena 17 anni, mentre sul sedile posteriore si trovavano Ben Laferla, 21 anni, e la sua ragazza cilena di 20 anni.
Mentre il giovane e la passeggera accanto a lui riportavano ferite lievi, il bilancio per i due passeggeri posteriori fu devastante: la ragazza cilena subì gravi ferite, ma per Laferla le conseguenze furono fatali. Dopo giorni di lotta in ospedale, le sue condizioni critiche non gli lasciarono scampo.
Le accuse contro Muehlematter furono pesanti: omicidio colposo, lesioni gravi alla passeggera, guida negligente, danni all’auto e alla proprietà privata. Inizialmente, il giovane aveva negato ogni responsabilità, ma nel corso del processo ha cambiato linea, ammettendo le sue colpe.
I dettagli emersi in aula hanno gettato luce su una scena terribile. Una famiglia di passaggio quella notte raccontò di aver udito “urla strazianti provenire dal sedile posteriore”
della macchina distrutta. Uno dei testimoni, che conosceva sia Muehlematter che Laferla, si precipitò a estrarre il giovane dal veicolo e tentò disperatamente di rianimarlo. All’interno dell’auto, furono trovate bottiglie di Jägermeister e rum Captain Morgan quasi vuote, segni inequivocabili di una serata che sarebbe finita in tragedia.
Quando il processo è giunto alla fase finale, il magistrato Leonard Caruana ha notato che alcune delle accuse, tra cui guida sotto l’effetto di alcool o droghe, furono ritirate per mancanza di prove concrete. Tuttavia, Muehlematter è stato riconosciuto colpevole di omicidio colposo, lesioni gravi alla passeggera cilena, e danni alla proprietà.
Nel pronunciare la sentenza, il magistrato ha voluto sottolineare che “guidare un veicolo richiede una costante attenzione e anche una minima distrazione può avere conseguenze fatali, come dimostra questo tragico caso.”
Pur riconoscendo la gravità del reato, il giudice ha ritenuto che una pena detentiva effettiva non fosse la soluzione più adatta per il giovane, che aveva collaborato pienamente con le autorità e non aveva precedenti penali.
Muehlematter è stato condannato a due anni di reclusione con pena sospesa per quattro anni, al ritiro della patente per un anno e al pagamento di 5.397,96 euro per le spese degli esperti del tribunale.
L’indagine è stata condotta dall’ispettore Jean Paul Attard. L’avvocato Francois Dalli ha difeso l’imputato, mentre gli avvocati Mark Mifsud Cutajar e Maria Azzopardi hanno rappresentato la parte civile.
Foto: Archivio Times of Malta.