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Malta

birkirkara in rivolta: cavi sospesi e silenzi rotti, scatta l’azione legale

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Il comune di Birkirkara torna a farsi sentire, e lo fa con toni accesi: “Siamo profondamente disillusi dalla totale inazione delle autorità!”  Così si apre il nuovo appello disperato del comune, ormai stanco di lottare contro un nemico invisibile, ma pericolosamente reale: i cavi delle telecomunicazioni sospesi che incombono minacciosi sopra le teste dei cittadini. Nonostante gli avvertimenti legali lanciati lo scorso anno, la situazione sembra un incubo senza fine.

Il nodo della questione? I cavi in fibra ottica installati da Epic, che deturpano il paesaggio e mettono in pericolo la sicurezza pubblica. Invece di seguire l’esempio di altri fornitori e investire in un’installazione sotterranea, Epic ha scelto la via più semplice (e rischiosa): agganciare i cavi ai vecchi pali elettrici di Enemalta, alcuni dei quali sono arrugginiti e malandati. Il risultato? Un incubo di fili e cassoni sporgenti che invadono le facciate delle abitazioni private, esasperando i residenti.

Non solo è una questione di estetica: questi cavi rappresentano un rischio per la sicurezza, collegati a pali che sembrano cedere sotto il loro stesso peso.

E il comune, stanco di essere ignorato, non è rimasto a guardare. Già lo scorso agosto, aveva fatto sentire la sua voce in tribunale, con due lettere giudiziarie contro Epic ed Enemalta. La richiesta era chiara: spostare immediatamente l’installazione sottoterra per eliminare il pericolo. Ma, come un eco che si perde nel vuoto, quella richiesta è rimasta inascoltata. Il tempo passa, e nulla cambia.

Non potendo più tollerare l’inerzia, il comune ha deciso di rilanciare la sfida questa settimana, presentando un protesto giudiziario presso la Prima Aula della Corte Civile. Questa volta, nel mirino c’è anche la Malta Communications Authority (MCA). La situazione è diventata così esasperante che persino i residenti non sanno più a chi rivolgersi: i tecnici incaricati dei lavori continuano a rifiutarsi di installare l’infrastruttura sotterranea, affermando di essere costretti da “tempistiche strette e rigide”  che non lasciano spazio per soluzioni più sicure e durature.

Ma la storia di questi cavi risale a molto tempo fa. Era il maggio del 2017 quando l’allora Primo Ministro Joseph Muscat annunciava con entusiasmo un progetto pilota proprio a Birkirkara, volto a rimuovere l’antiestetico groviglio di fili e a investire finalmente nell’installazione sotterranea. Ma, come tante promesse, anche questa è svanita nel nulla.

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E adesso, il rischio non è solo visivo. Il comune ha mappato una serie di strade, tra cui quelle delle aree Old Church, Infetti e Fleur de Lys, dove i cavi sono stati attaccati a pali di dubbia stabilità. Chi controllerà che questi pali non crollino, trascinando con sé cavi e infrastrutture?  Di certo non Enemalta, né il ministero competente, che sembrano ignorare ogni richiesta di ispezione.

Dopo un anno di battaglie legali e lettere ignorate, il comune di Birkirkara non ha più pazienza. “Non è stato fatto nulla,”  ribadisce con forza, puntando il dito contro Epic, Enemalta e la MCA per i danni subiti dai cittadini e dalla città. Anche il Ministro dell’Energia, Miriam Dalli, è stata messa al corrente del protesto giudiziario.

L’atto è stato firmato dall’avvocato Richard Sladden.

Foto: Chris Sant Fournier

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