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Malta

abela sfida gli esperti forensi: battaglia infuocata sulle inchieste giudiziarie

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Un attacco frontale agli esperti forensi, accuse di spese fuori controllo e una battaglia politica che si fa sempre più feroce. Il primo ministro Robert Abela non ha usato mezzi termini nel suo ultimo discorso a Birżebbuġa, puntando il dito contro gli specialisti coinvolti nell’inchiesta giudiziaria sulla privatizzazione degli ospedali.

Abela ha denunciato il loro presunto rifiuto di testimoniare in tribunale dopo la chiusura di un’indagine costata ben 11 milioni di euro. Un’indagine che ha scosso i vertici del potere, coinvolgendo l’ex primo ministro Joseph Muscat e una serie di funzionari governativi. Muscat ha già negato qualsiasi illecito, ma la tensione resta altissima.

L’attenzione del premier si è poi spostata sulle nuove regole proposte dal governo per la gestione delle inchieste giudiziarie, che – a detta sua – serviranno a fermare “spese incontrollate su esperti stranieri” . Ma dietro questa riforma c’è molto di più: se approvata, renderà più difficile per i cittadini comuni avviare indagini su potenziali scandali di corruzione, come quella che ha portato alla luce il caso Vitals. Un duro colpo per ONG come Repubblika, che proprio grazie a una richiesta formale ha dato il via all’inchiesta.

“No, non è per proteggere i politici”

Abela ha tentato di spegnere le polemiche, assicurando che questa mossa non è un escamotage per proteggere i membri del governo: “Noi restiamo aperti alle indagini fino all’ultimo respiro, tanto che nel 2013 abbiamo eliminato la prescrizione per la corruzione.”

Ma le modifiche alla legge sono destinate a cambiare radicalmente il sistema. D’ora in poi, ogni spesa per esperti forensi dovrà essere approvata dal capo della magistratura. Inoltre, il governo ha sottolineato che in otto anni sono state richieste solo 25 inchieste da parte di cittadini, a fronte di 8.000 totali, minimizzando quindi l’impatto della riforma.

Non è mancata una stoccata a Repubblika e all’avvocato Jason Azzopardi, con Abela che ha sottolineato come la maggior parte delle richieste di indagine provenga sempre dallo stesso gruppo di persone.

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Una vendetta contro gli innocenti?

Il premier ha poi messo in guardia dal rischio che le inchieste vengano utilizzate come arma politica, colpendo ingiustamente persone innocenti. “Ci sono persone costrette a passare anni a difendersi in tribunale solo per la vendetta di alcuni. Il loro interesse non è la giustizia, ma vedere gente incriminata, anche se innocente. Se sanno che qualcuno è innocente, lo godono ancora di più. Hanno un difetto peggiore dell’odio, che è la gelosia”  ha tuonato Abela, infiammando la folla.

E non si è fermato qui. Ha avvertito che l’opposizione è pericolosa già adesso, figurarsi se dovesse arrivare al governo. “Una volta oltrepassata una linea rossa, non si torna più indietro. Combatteremo le loro menzogne e non permetteremo che distruggano altre persone.”

Caos in Parlamento

A rendere ancora più incandescente il clima politico, l’ennesimo scontro in Parlamento. Abela ha accusato il deputato PN Karol Aquilina di aver riso mentre la parlamentare laburista Camela Abela si commuoveva nel ricordare le accuse mosse contro di lui da Jason Azzopardi, che lo aveva collegato a una rapina in banca.

E mentre l’opposizione continua a criticare aspramente la riforma delle inchieste giudiziarie, Abela rilancia: secondo lui, il Partito Nazionalista si starebbe opponendo a una misura che in realtà dà più  diritti alle vittime. Tra le proposte del governo, infatti, c’è anche la possibilità per le vittime di ricevere aggiornamenti costanti durante le indagini.

Foto: PL.

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