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Malta

Università di Malta nella bufera: scoperte scioccanti sullo spreco di spazio

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Lo spazio all’università è prezioso e non dovrebbe essere sprecato, afferma il difensore civico per l’educazione.

L’Università di Malta è al centro di una bufera per il “grossolano e assurdo spreco di spazio” nella sua facoltà di medicina. Un rapporto scioccante del difensore civico per l’educazione, Vincent De Gaetano, rivela che l’università ha ignorato le sue raccomandazioni, scatenando polemiche furiose.

Tutto è iniziato con il reclamo di un professore associato, che ha denunciato di essere stata privata di un ufficio alla facoltà di medicina, situata all’interno dell’ospedale Mater Dei. Anche se la denuncia di discriminazione è stata respinta, l’indagine ha scoperto altri casi di “evidente cattiva amministrazione”. Il decano della facoltà, Nikolai Attard, utilizza due uffici, uno dei quali sottratto alle segretarie della chirurgia dentale , evidenzia De Gaetano.

Ma non finisce qui: “diversi locali sono sottoutilizzati o assegnati in modo inappropriato” , denuncia il rapporto. Ad esempio, quattro stanze destinate a spogliatoi per gli studenti vengono usate solo in minima parte.

Il difensore civico non risparmia critiche: “La situazione ricorda il diritto feudale e i feudi”  afferma, condannando il “patto non scritto” che permette ai decani di mantenere locali anche a scapito del bene comune.

Le raccomandazioni del difensore civico per eliminare l’uso irrazionale dello spazio sono cadute nel vuoto. Il rettore Alfred Vella ha difeso le spiegazioni di Attard, dichiarando che non sembrano “irrazionali o irragionevoli”. Tuttavia, il difensore civico non condivide questa valutazione.

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In una recente corrispondenza, il rettore ha insistito che, dopo aver consultato i responsabili, ritiene appropriato l’attuale uso dello spazio all’ospedale Mater Dei. Questo ha spinto il difensore civico Joseph Zammit McKeon e il difensore civico per l’educazione a coinvolgere il Primo Ministro Robert Abela e il Presidente del Parlamento Anġlu Farrugia, sottolineando che l’università non intende conformarsi alle raccomandazioni del Commissario.

Foto: Matthew Mirabelli