Un terremoto politico scuote il Parlamento! In una mossa senza precedenti, l’opposizione ha scelto di opporsi al disegno di legge già alla sua prima lettura, costringendo a una votazione immediata e scatenando il caos in aula.
Mercoledì, il Parlamento ha approvato la prima lettura di un disegno di legge che punta a riformare il sistema delle inchieste magistrali. Una riforma annunciata dal governo sul finire dello scorso anno, in risposta a una serie di richieste di inchiesta avanzate da un avvocato ed ex deputato del Partito Nazionalista. Il governo, deciso a portare avanti il cambiamento, ha presentato il provvedimento in Parlamento senza perdere tempo.
Ma il Partito Nazionalista ha subito dichiarato guerra alla proposta, prendendo una posizione durissima. Nel suo discorso di mercoledì, il leader dell’opposizione Bernard Grech ha spiegato il motivo di questa opposizione totale:
“Anche se non abbiamo una copia del disegno di legge, voteremo contro!”
Parole forti, seguite da un’accusa ancora più grave: secondo Grech, il governo vuole “rimuovere il diritto che un individuo ha di richiedere un’indagine”
, motivo per cui il Partito Nazionalista non può far altro che schierarsi contro.
L’atmosfera in Parlamento si è surriscaldata immediatamente. Dai banchi del governo si sono levate urla di “bugie!” e “vergogna!”, segno di quanto il dibattito su questa riforma sia esplosivo.
Ma cosa prevede esattamente questo cambiamento? Fino ad ora, il governo ha fornito pochissimi dettagli sulla riforma, ma il primo ministro Robert Abela ha rivelato un punto chiave: per aprire un’inchiesta magistrale sarà necessario un livello di prove più alto rispetto a oggi.
Non solo. La riforma punterà anche a migliorare altri aspetti del sistema, tra cui il diritto delle vittime e delle loro famiglie di ricevere aggiornamenti costanti sulle indagini in corso, una revisione del metodo di nomina degli esperti della corte e una regolamentazione più chiara del loro compenso.
Una rivoluzione o un attacco alla giustizia? Le posizioni sono inconciliabili, e la battaglia politica è solo all’inizio.
Foto: Chris Sant Fournier