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Viminale: sei immobili confiscati alle mafie assegnati a enti del terzo settore per finalità sociali

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Una nuova vita per i beni sottratti alla criminalità organizzata grazie a un’iniziativa del Ministero dell’Interno

Roma, 12 Aprile 2024 – In una significativa cerimonia tenutasi oggi al Viminale, il Ministero dell’Interno ha dato un ulteriore impulso alla lotta contro le mafie attraverso la firma di sei nuove convenzioni per l’assegnazione diretta di immobili confiscati a enti del terzo settore. La cerimonia ha visto la presenza del Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e del Direttore dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla Criminalità, Bruno Corda.

Gli enti beneficiari includono associazioni e cooperative che operano in diversi ambiti sociali: l’associazione Cerchi d’Onda, la Comunità di Sant’Egidio, l’associazione Earth ODV, l’associazione Unione Sociale – Social Union, la cooperativa sociale il Tetto Casal Fattoria, e la Diaconia Valdese CSD. Questi enti ora avranno la responsabilità di gestire e rivitalizzare gli immobili per trasformarli in centri di attività comunitarie, educative e di supporto sociale.

«Questo è un momento importante che sottolinea l’impegno continuo delle istituzioni nel combattere la criminalità organizzata e nel promuovere la giustizia sociale attraverso un utilizzo responsabile e mirato dei beni confiscati», ha dichiarato il Ministro Piantedosi durante l’evento. «Restituire questi beni alla comunità non solo sottrae risorse ai circuiti criminali, ma fornisce anche luoghi di aggregazione e di servizio che possono diventare fulcri di rinascita e di sviluppo per le aree più colpite dal fenomeno mafioso».

L’Agenzia Nazionale, sotto la guida di Corda, ha già visto numeri significativi nei suoi anni di operato, con oltre 23.700 immobili e 2.220 aziende restituiti alla società per usi sociali e produttivi. «Ogni bene restituito è una vittoria per la giustizia e una risorsa preziosa per il nostro paese», ha commentato Corda, sottolineando l’efficacia di questo approccio integrato tra governo e Terzo settore.

L’iniziativa è parte di una strategia più ampia che mira a rendere il processo di riutilizzo dei beni confiscati più efficiente e più vicino ai bisogni reali delle comunità locali. Con queste nuove assegnazioni, il Ministero dell’Interno non solo rafforza la sua presenza e il suo supporto nelle aree vulnerabili, ma dimostra concretamente come la lotta alla mafia possa andare di pari passo con lo sviluppo di progetti socialmente utili e inclusivi.

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Il modello adottato promette di essere un esempio di buona prassi, con il potenziale di espandersi e adattarsi ad altre realtà nazionali e internazionali, facendo della gestione dei beni confiscati uno strumento sempre più potente nella lotta alla criminalità organizzata e nel supporto alle comunità locali.