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Fiducia nella polizia: è arrivato il momento della verità?

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La polizia ha perso la sua capacità di proteggerci? I femminicidi che scuotono il nostro paese sembrano dire di sì, mettendo a nudo l’inefficacia delle forze dell’ordine nel prevenire il crimine. Ma senza fiducia, come possiamo affidarci a chi dovrebbe difenderci?

In un mondo sempre più incerto, la fiducia nelle forze dell’ordine è l’unico baluardo che ci separa dal caos. Senza di essa, le denunce diminuiscono, la collaborazione con le indagini si dissolve e il crimine prende il sopravvento. Questo non è solo un problema teorico: è la dura realtà che stiamo affrontando.

Ma possiamo davvero misurare quanto i maltesi si fidino della loro polizia? Nel 2022, secondo un sondaggio dell’Ufficio Nazionale di Statistica, ben il 90% dei maltesi dichiarava di avere fiducia nella Malta Police Force . Una statistica che suona quasi come un miraggio.

Guardando oltre i nostri confini, il Global Trustworthiness Index  ci ricorda che nello stesso anno, solo il 41% dei cittadini statunitensi e il 44% dei britannici si fidavano delle loro forze dell’ordine. Il primato europeo? Danimarca e Paesi Bassi, con il 58% della popolazione che dichiarava fiducia nella polizia. Ma allora, ci stiamo solo illudendo di essere “i migliori d’Europa”?

Le preoccupazioni dei cittadini maltesi non sono tanto rivolte alla brutalità della polizia, come negli Stati Uniti, ma alla loro evidente incapacità di garantire la nostra sicurezza. I femminicidi, tragica conclusione di troppe storie di violenza domestica, sono solo la manifestazione più evidente di questa inefficacia, specialmente quando le autorità vengono avvisate in anticipo da persone vulnerabili che si rivolgono disperatamente a loro.

Cosa ci aspettiamo davvero dalla polizia? Senza dati locali, dobbiamo guardare a ciò che accade altrove. Un sondaggio IPSOS del 2023 nel Regno Unito ha rivelato ciò che la gente vuole: più agenti in uniforme per le strade, più risorse per indagare su crimini complessi come omicidi e frodi finanziarie, e un maggior impegno nella prevenzione dei crimini prima che si verifichino.

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Ma non solo. La gente chiede anche che la polizia risponda meglio ai comportamenti antisociali, che si investa in tecnologie avanzate per prevenire i crimini e che si aumentino le risorse per gestire le emergenze legate alla salute mentale. Queste richieste non sono così diverse da quelle che probabilmente avrebbero anche i maltesi.

Non dimentichiamoci però che diverse comunità hanno diverse aspettative. Non esiste un’unica “opinione pubblica”. Alcuni vogliono che la polizia indaghi più a fondo sugli abusi di potere e sulla corruzione. Altri pretendono un intervento immediato quando si trovano di fronte a casi di abuso domestico. E c’è chi vorrebbe che si concentrassero di più su crimini “minori” come il comportamento antisociale, le infrazioni stradali e i piccoli furti.

Le priorità della polizia dovrebbero essere basate su una valutazione dei rischi specifica per ciascuna tipologia di crimine. Un esempio su tutti: gli agenti hanno bisogno di un maggiore sostegno da parte delle autorità sanitarie, soprattutto quando persone affette da gravi disturbi mentali, come la schizofrenia paranoide, vagano libere per le nostre strade a causa del malfunzionamento delle strutture sanitarie.

Ma come possiamo spendere milioni per campagne contro il fumo e poi permettere l’uso di marijuana e altre droghe ricreative che possono causare gravi problemi psichiatrici? Con servizi di salute mentale cronicamente sottofinanziati, troppo spesso sono i poliziotti a dover affrontare situazioni che dovrebbero essere gestite da professionisti sanitari, mentre il crimine dilaga.

Anche il sistema giudiziario ha un ruolo cruciale. I ritardi nei casi penali sono insostenibili. I legislatori devono aggiornare continuamente le leggi penali per evitare che avvocati astuti trovino scappatoie che permettano ai criminali di farla franca.

La polizia esiste per servire tutti i cittadini, nessuno escluso. Anche chi non rientra nelle categorie più vulnerabili dovrebbe poter contare su un servizio adeguato. Troppo spesso, però, le vittime perdono fiducia nel sistema e rinunciano del tutto a cercare giustizia.

Invece di perdere tempo in sondaggi sulla fiducia nella polizia, dovremmo istituire una commissione indipendente che analizzi seriamente cosa sia necessario fare per ricostruire la fiducia del pubblico nelle forze dell’ordine.

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Non possiamo ignorare le condizioni pericolose e logoranti che gli agenti affrontano ogni giorno. In un mondo sempre più insicuro, è alla polizia che affidiamo la nostra vita.

Il futuro della polizia dipenderà dalla qualità della leadership delle forze dell’ordine e dalle risorse che il governo metterà a loro disposizione.

Il nemico più grande della fiducia pubblica? La compiacenza e la mancanza di un senso di urgenza.

Foto: Jonathan Borg

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