Sessant’anni dopo le profetiche analisi dell’economista Wolfgang Stolper, Malta si trova ancora a fare i conti con i problemi strutturali che lui aveva identificato. Questo è il sorprendente verdetto emerso durante un vivace dibattito organizzato dalla Facoltà di Economia, Management e Contabilità (FEMA) presso l’Università di Malta.
In un evento svoltosi il 6 novembre 2024, nella prestigiosa sede della Banca Centrale di Malta, è stata celebrata la pubblicazione in facsimile del rapporto di Stolper, intitolato “The Stolper Report: Economic Adaptation and Development in Malta”
e curato da Quinque Publishers.
Il rapporto, frutto della missione UN del 1963-64, aveva lanciato una serie di avvertimenti e proposte audaci. Stolper suggerì riforme dolorose ma inevitabili: “Promuovere il settore privato, attrarre investimenti stranieri strategici e frenare l’espansione del pubblico impiego”.
Erano consigli duri, ma vitali, che hanno poi tracciato la rotta per il Secondo Piano di Sviluppo del 1964-1969.
Ma quanto è cambiata davvero Malta?
Durante il dibattito, che ha visto la partecipazione di figure di spicco come l’ex ministro delle finanze Tonio Fenech, la professoressa Rose Marie Azzopardi, il governatore ad interim della Banca Centrale Alexander Demarco e la dottoressa Marie Louise Mangion, si è tornati a riflettere sulla visione di Stolper.
Il panel ha evidenziato un punto chiave: “Le intuizioni di Stolper sono ancora cruciali per affrontare le sfide contemporanee e garantire uno sviluppo equilibrato e sostenibile per le generazioni future.”
Sebbene Malta abbia registrato notevoli progressi economici, il dibattito ha messo in luce come alcune ferite del passato siano ancora aperte. Debolezze infrastrutturali e inefficienze nei servizi pubblici gravano su settori essenziali come i trasporti e il trattamento delle acque reflue.
“L’economia si sta surriscaldando”, hanno avvertito i relatori, sottolineando come sussidi e politiche fiscali sbilanciate stiano alimentando rendite speculative e una crescita edilizia che rischia di compromettere la qualità della vita. E qui sta il nodo: “Il PIL non racconta tutta la storia,”
hanno aggiunto.
Un’altra questione cruciale ha riguardato l’Università di Malta. Un tempo criticata da Stolper per il suo focus limitato su “avvocati e medici,”
oggi l’Università gioca un ruolo decisivo nel plasmare una forza lavoro più diversificata e allineata con le esigenze locali.
L’evento, moderato con maestria dal professor Godfrey Baldacchino, ha visto il dottor Joe Schembri servire come rapporteur, offrendo un resoconto dettagliato e riflessioni per il futuro.
Foto: L-Università ta’ Malta.