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Economia

bilancio 2025: tra promesse e dubbi, un futuro ancora incerto

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L’ondata di ottimismo che il nuovo bilancio del 2025 promette di portare sarà accolta con gioia da molti. Ma dietro il velo di queste misure immediate, c’è un interrogativo che preoccupa: che ne sarà del nostro futuro?

Come già accaduto l’anno scorso, anche questo bilancio concentra la sua attenzione su tattiche studiate per dare sollievo alle famiglie che affrontano il crescente costo della vita. Questi interventi sono un toccasana per chi ha un reddito medio o basso, alleggerendo l’impatto dell’inflazione sul loro tenore di vita. Tuttavia, la domanda resta: dove sono le vere ambizioni socio-economiche di lungo termine che possano garantirci stabilità e prosperità?

L’aumento del salario minimo, le revisioni delle fasce fiscali, l’incremento delle pensioni e l’assegno per i figli rappresentano il volto sociale di questo bilancio, ma c’è ancora un grande vuoto su questioni cruciali. Fortunatamente, misure controverse come l’iscrizione sindacale obbligatoria e un sistema di risparmio pensionistico obbligatorio sono state scartate. Ma “le vere sfide che pesano sulle persone non sono state affrontate con abbastanza coraggio.”

Uno dei problemi più gravi e ignorati è quello della sovrappopolazione, una questione che sta mettendo in ginocchio i nostri servizi pubblici. E poi c’è il sussidio per il carburante, che da un lato aiuta, ma dall’altro incoraggia l’uso inefficiente delle energie non rinnovabili, alimentando traffico, inquinamento e stress. Il governo ha perso l’occasione di rivedere questo schema di sussidi, rendendolo più mirato e sostenibile, aiutando solo chi ne ha davvero bisogno e incentivando soluzioni più ecologiche.

Si parla tanto di volere un’economia più forte e qualificata, eppure “è evidente che manca un piano solido per far sì che questo accada davvero.”  La base di una trasformazione economica efficace deve essere una vera riforma del sistema educativo, che purtroppo rimane una delle nostre falle maggiori. La distanza tra le qualifiche e il mondo del lavoro è un baratro che spreca sia risorse umane che finanziarie. Un nuovo contratto collettivo per gli insegnanti, pur essendo necessario, da solo non sarà sufficiente a risollevare i risultati educativi.

Per quanto riguarda la salute, il sistema pubblico riceverà un’iniezione di fondi per tagliare le liste d’attesa, dirottando alcuni degli interventi più urgenti verso strutture private. Ma questa è solo una soluzione temporanea. Il sistema sanitario pubblico non può sopportare le sfide di lungo periodo, tra investimenti inefficienti, l’invecchiamento della popolazione e l’aumento massiccio dei residenti grazie a politiche di immigrazione che incentivano l’arrivo di lavoratori stranieri. Anche qui, manca una visione a lungo termine.

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Nonostante le solite promesse di voler puntare sulla qualità e su attività economiche ad alto valore aggiunto, il bilancio dimostra di dipendere ancora da settori come il turismo di massa, l’edilizia e il consumo locale. “E proprio questo approccio è la fonte di preoccupazione per molti cittadini, che vedono ogni giorno la loro qualità della vita erodersi un po’ di più.”

Il caos del traffico, l’inquinamento provocato dall’industria edilizia, la contaminazione del mare e la progressiva occupazione degli spazi pubblici nei nostri paesi e nelle campagne sono diventati un ostacolo quotidiano al benessere delle persone.

Questo bilancio può donare un temporaneo sollievo, ma il pensiero di vivere solo per oggi e lasciare al domani la cura di sé stesso – per quanto poetico possa sembrare – è una scelta rischiosa. La nostra nazione ha bisogno di leader con ambizioni elevate, capaci di guardare lontano, oltre la retorica, e di tradurre quelle aspirazioni in un piano d’azione realistico che porti a risultati concreti per le generazioni future.

Purtroppo, “il bilancio del 2025 lascia ancora una volta un vuoto laddove ci sarebbero dovute essere le tanto necessarie ambizioni di lungo termine.”

Foto: [Archivio Times Of Malta]

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