Chi avrebbe mai immaginato che il COVID sarebbe diventato meno pericoloso di una semplice influenza? Eppure, il futuro potrebbe riservare sorprese inquietanti: nuove varianti più aggressive potrebbero renderci schiavi di vaccinazioni permanenti.
All’inizio della pandemia, brancolavamo nel buio più totale. Dovevamo chiuderci in casa per sempre come in Cina? O lasciare che i più deboli soccombessero per permettere ai sopravvissuti di ottenere l’immunità, come suggeriva Boris Johnson? O magari seguire l’assurda idea di Donald Trump e Herbert Kickl, fresco vincitore delle elezioni in Austria, di iniettarsi candeggina?
Nel bel mezzo di questo caos, in tempi record, sono arrivati i vaccini: un trionfo scientifico che ha trasformato il COVID da nemico mortale a minaccia gestibile.
Eppure, non tutti hanno accolto questi vaccini a braccia aperte. C’era chi ancora preferiva la candeggina, chi credeva che la morte fosse un destino divino per anziani e fragili.
Nei paesi più poveri, poi, i vaccini erano un miraggio: mentre le nazioni ricche li accumulavano oltre ogni necessità, altrove si moriva, alimentando il rischio di varianti più letali.
Per le aziende farmaceutiche, però, era un’epoca d’oro. Con il supporto dei governi, che non solo garantivano certificazioni lampo ma acquistavano anche dosi in anticipo, realtà come Moderna e BioNTech si sono trasformate in giganti della finanza. Pfizer, che ha collaborato con BioNTech, ha incassato 100 miliardi di dollari in soli due anni, proiettandosi nel firmamento delle startup più ambite.
Ma il sogno non poteva durare per sempre. Moderna oggi registra perdite e il suo valore di mercato è crollato a un quinto rispetto al picco di settembre 2021. BioNTech non è messa meglio: il suo valore attuale è solo un quarto di quello raggiunto nel novembre 2021. Intanto, Pfizer, che ha bruciato tutti i guadagni in dividendi, riacquisti azionari e acquisizioni costose come quella di Seagen per 44 miliardi di dollari, è tornata con i piedi per terra.
La verità è che il settore farmaceutico è imprevedibile. Farmaci innovativi come quelli per la perdita di peso di Eli Lilly e Novonordisk stanno riscrivendo le regole del mercato, ma chi può garantire che il loro successo durerà? Per gli investitori al dettaglio, scovare il prossimo blockbuster è come cercare un ago in un pagliaio.
AstraZeneca, con il suo approccio più sobrio, rappresenta un investimento stabile. Nonostante abbia venduto il suo vaccino anti-COVID a prezzo di costo, le sue azioni hanno visto una crescita costante. Un esempio lampante che non sempre i profitti esorbitanti garantiscono stabilità a lungo termine.
Quindi, è meglio puntare su aziende solide come AstraZeneca o continuare a credere in giganti come Pfizer, nonostante le recenti difficoltà? Chi può dirlo?
Io, per ora, rimango fedele alle mie azioni Pfizer, confidando che il futuro riservi nuove opportunità.
Foto: Matthew Mirabelli