Il sistema sanitario europeo sta per affrontare una svolta epocale, e Malta si trova al centro di un’incredibile sfida: il Ministro della Salute, Jo Etienne Abela, ha fatto un appello urgente al Consiglio Europeo per semplificare il processo di approvazione dei nuovi farmaci. Il motivo? “Se non riduciamo la burocrazia subito, la nostra preparazione per il futuro rischia di essere compromessa.”
Le parole del ministro non lasciano spazio a dubbi: l’Europa non può permettersi di restare indietro.
Parlando con i colleghi ministri della salute, Abela ha sottolineato che il mondo della medicina sta cambiando drasticamente. Siamo entrati in un’era di trattamenti sempre più sofisticati, ma anche più complessi. “Questa nuova era della medicina personalizzata richiede un fronte unico europeo e non una competizione tra Stati grandi e piccoli”
ha dichiarato il Ministro, lanciando un messaggio chiaro e forte: solo con una collaborazione senza precedenti tra i Paesi dell’Unione si potrà affrontare la sfida.
Ma la situazione a Malta è allarmante: lo scorso anno, il Paese è stato dichiarato come quello con il minor accesso a nuovi farmaci nell’intera Unione Europea. Secondo un rapporto, dei 168 farmaci approvati dalla Commissione Europea, solo 10 erano disponibili a Malta entro gennaio 2023. E la situazione è ancora più grave se si considera che, tra questi, solo quattro erano accessibili senza costi per tutti i pazienti attraverso il servizio sanitario pubblico. Un dato sconvolgente che evidenzia un divario enorme tra la disponibilità dei farmaci e le necessità di salute dei maltesi.
E il problema non riguarda solo la scarsità di farmaci: il Ministro ha fatto appello affinché l’Unione Europea obblighi le case farmaceutiche a garantire l’accesso a farmaci vitali anche nei piccoli Stati. Il Direttore dell’Autorità Maltese per i Medicinali, Anthony Serracino-Inglott, ha dichiarato con preoccupazione: “Siamo molto consapevoli del problema, ma la piccola dimensione di Malta rende difficile per noi ottenere l’accesso ai farmaci”
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Secondo Serracino-Inglott, le cose potrebbero cambiare in futuro, ma solo se la Commissione Europea impone una regolamentazione che permetta ai Paesi più piccoli di avere le stesse opportunità degli altri. “Ci aspettiamo di allontanarci da un modello di libero mercato che non tiene conto delle necessità dei piccoli Stati”
ha spiegato.
Durante la stessa riunione del Consiglio Europeo, sono stati trattati temi fondamentali per la salute pubblica, come la lotta al consumo di tabacco, la donazione di organi e la salute cardiovascolare. Ma la voce di Abela ha risuonato forte e chiara: solo con politiche comuni e con una visione di lungo termine, l’Europa potrà davvero innovare in un settore così cruciale.
Foto: MHA