Il 2023 ha visto un aumento del 2% dei rifiuti urbani, ma non lasciarti ingannare da questa cifra. Quello che sembra un piccolo incremento nasconde una realtà ben più complessa, con numeri che raccontano una storia fatta di crescita, contraddizioni e sfide che ci riguardano tutti. Con un totale di 334.911 tonnellate, l’aumento di 6.501 tonnellate rispetto al 2022 è solo una parte del quadro. Ma c’è un dettaglio scioccante che emerge: i dati sulla produzione dei rifiuti per capita, se considerato l’aumento dei turisti, rivelano che il nostro impatto sull’ambiente non è poi così migliorato.
Le categorie che hanno visto un vero e proprio balzo in avanti sono principalmente quelle dei rifiuti organici provenienti da cucine e mense (+7.881 tonnellate), del vetro (+5.526 tonnellate) e della carta e cartone (+4.947 tonnellate). Ma non è tutto oro quello che luccica: ci sono stati anche cali, ma non abbastanza per fare la differenza. Rifiuti misti urbani sono scesi di ben 15.781 tonnellate, i rifiuti ingombranti di 8.248 tonnellate e quelli da imballaggi misti di 4.779 tonnellate. Potrebbe sembrare che stiamo facendo progressi, ma guardiamo oltre le apparenze: siamo davvero sulla strada giusta?
Nel 2023, la raccolta separata ha rappresentato il 34,7% dei rifiuti urbani, un miglioramento significativo rispetto al 27,9% del 2022. Ma il vero colpo di scena è nel dato pro capite: ogni maltesi ha generato 606 kg di rifiuti, una diminuzione del 2% rispetto al 2022. Ma aspetta, c’è di più! Se consideriamo anche l’aumento dei turisti, il dato pro capite scende a 565 kg, con una flessione del 2,8%. Cosa significa questo? Che l’incremento del turismo sta dando una mano a contenere l’aumento dei rifiuti, ma anche facendo lievitare la nostra impronta ecologica in modo preoccupante.
Ma il vero colpo basso arriva quando si guarda ai dati sul trattamento dei rifiuti. Nel 2023, la quantità di rifiuti urbani trattati è diminuita di 4.908 tonnellate, pari a un calo dell’1,5%. Ma il dato che non possiamo ignorare è il ricorso alle discariche. La percentuale di rifiuti finiti in discarica è ancora altissima: ben il 78,7%, sebbene in calo rispetto all’85,8% del 2022. Il fatto che il trattamento dei rifiuti con landfilling sia sceso di 26.298 tonnellate (-9,6%) è positivo, ma le riduzioni si devono a minori rifiuti da trattamento meccanico e ingombranti. E mentre alcuni rifiuti vanno in discarica, altri continuano a essere ignorati dal sistema di riciclo.
Eppure, c’è una piccola luce in fondo al tunnel. Il riciclo è aumentato del 40,1%, con un totale di 56.402 tonnellate di rifiuti riciclati. Ma i dati sono ambivalenti. La carta e il cartone rappresentano quasi metà di tutto ciò che è stato riciclato (49,7%), ma in alcuni settori abbiamo visto crescite impressionanti: i metalli (+165,1%), la plastica (+146,2%) e il vetro (+66%) sono stati riciclati in quantità superiori. Eppure, c’è una nota dolente: il riciclo dei rifiuti elettronici è crollato del 19,5%. Un dato che grida una sola verità: siamo lontani dall’essere in grado di gestire i rifiuti tecnologici.
Nel frattempo, la raccolta di rifiuti attraverso il recupero energetico è schizzata a +121,4%, raggiungendo le 9.074 tonnellate, e la preparazione per il riuso è aumentata del 26,3%, arrivando a 1.303 tonnellate. Ma sarà sufficiente? Riusciremo a fermare l’ondata di rifiuti che continua a sommergerci, o continueremo a vivere nell’illusione che il sistema sia sotto controllo?
Foto: Chris Sant Fournier