Quasi la metà delle specie di corallo che vivono nelle calde acque tropicali è sull’orlo dell’estinzione. Il motivo? Il cambiamento climatico
, una minaccia che non risparmia nessuno e che continua a devastare i nostri oceani. È un quadro drammatico quello delineato dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), che ha lanciato l’allarme durante il COP29 in Azerbaigian. Ma dove sono i leader dei paesi più inquinanti? Assenti, mentre il mondo affonda.
Gli oceani, veri polmoni blu del pianeta, hanno assorbito il 90% del calore in eccesso prodotto dai gas serra. Una bomba a orologeria che sta facendo collassare ecosistemi vitali, come le barriere coralline, lasciando senza risorse milioni di persone che dipendono da queste meraviglie naturali. “Il cambiamento climatico è la principale minaccia per i coralli costruttori di barriera ed è devastante per i sistemi naturali di cui dipendiamo”
, ha dichiarato con urgenza Grethel Aguilar, direttrice dell’IUCN.
Secondo l’ultimo aggiornamento della Lista Rossa
dell’IUCN, ben 892 specie di corallo costruttore – il 44% del totale – sono ora considerate minacciate. Un balzo impressionante rispetto al 2008, quando era “solo” un terzo delle specie a essere in pericolo. E questa è solo la punta dell’iceberg: i coralli delle acque fredde, più difficili da studiare, restano una grande incognita.
L’allarme non riguarda solo il riscaldamento globale. Inquinamento, malattie, pesca indiscriminata e fertilizzanti che finiscono in mare completano un quadro già critico. Tra le aree più colpite c’è l’Indo-Pacifico, con la Grande Barriera Corallina australiana che ha subito quest’anno uno dei peggiori episodi di sbiancamento mai registrati.
La situazione è ancora più grave nell’Atlantico. Una nuova ricerca pubblicata su PLOS One ha scoperto che quasi un terzo delle specie di corallo della regione – 23 su 85 – è in pericolo critico. Tra le vittime, il corallo Staghorn e quello Elkhorn
, simboli dei Caraibi, piegati da acque bollenti, inquinamento e violenti uragani.
“Senza interventi decisivi da parte di chi ha il potere di invertire la rotta, perderemo sempre più barriere coralline, fino a una scomparsa su scala globale”, ha avvertito David Obura, esperto di coralli per l’IUCN. L’appello ai leader mondiali è chiaro: bisogna agire subito per ridurre le emissioni di combustibili fossili e salvare ciò che resta delle nostre barriere coralline. Il tempo stringe, e il futuro di questi ecosistemi – e del nostro pianeta – è appeso a un filo.
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