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Malta

Dar Papa Franġisku: il campanello non smette mai, dietro ogni squillo una vita da ricostruire

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È mezzogiorno e a Dar Papa Franġisku il campanello suona senza sosta. Ogni squillo annuncia una nuova persona affamata che arriva per il pranzo gratuito, un rito quotidiano in questa mensa di Birkirkara, dove ogni giorno si servono circa 50 pasti. Qui, la povertà ha mille volti e ogni piatto offerto porta con sé storie di disperazione, difficoltà e speranza.

Oggi è il turno della zuppa, ieri era pizza, il giorno prima pollo alla griglia e pasta al forno. In fila, c’è chi si asciuga la polvere di dosso, lavoratori stranieri in pausa pranzo, visibilmente stanchi e affamati. Accanto a loro, un anziano cerca compagnia, una donna con problemi di dipendenza cerca un po’ di conforto, e un giovane dall’aria pulita e rispettabile, che lancia occhiate nervose al fotografo finché non viene rassicurato che i volti non saranno visibili.

Poi c’è Alan (nome di fantasia), che preferisce raccontare la sua storia in un angolo tranquillo. Un tempo aveva tutto: una casa, una famiglia, una vita normale. Ma dopo la separazione dalla moglie, la sua vita è andata in frantumi. Oggi è senza casa. Problemi economici lo hanno travolto, e nel tentativo disperato di uscirne ha commesso un furto. Quel gesto lo ha condotto in prigione per 18 mesi. La sua vita è crollata: ha perso il lavoro, la famiglia, tutto.

Ringrazio Dio per le persone qui ,” dice con un sorriso malinconico, consapevole che senza quel rifugio non saprebbe dove altro andare.

Alan è solo uno dei tanti uomini che hanno trovato rifugio a Dar Papa Franġisku, dove, oltre alla mensa, esiste anche un servizio di accoglienza d’emergenza per uomini senza casa. Le donne, invece, possono trovare un rifugio temporaneo a Dar Maria Dolores, poco distante. Qui, assistenti sociali cercano di aiutare chi è in difficoltà a rimettere insieme i pezzi della propria vita.

Marica Aquilina, responsabile di Dar Papa Franġisku, spiega come la struttura possa ospitare fino a 22 persone, per un massimo di sei settimane. Le regole sono chiare: ogni mattina, entro le 9:00, tutti devono uscire. Ma possono tornare per pranzo, servito tra le 12:00 e le 14:30, e poi alle 18:00 per la cena e per chi ha bisogno di un letto per la notte. Il rifugio offre anche la possibilità di fare la doccia e lavare i propri vestiti.

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Ian Galea, responsabile della Fondazzjoni Dar il-Hena, che gestisce entrambe le strutture, spiega che il 70% degli ospiti notturni sono migranti. Molti di coloro che vengono solo per il pranzo hanno un tetto sopra la testa, ma la loro vita è segnata da altri problemi, come disturbi mentali, dipendenze o difficoltà economiche derivanti da un divorzio. Sono persone che non riescono a permettersi nemmeno il cibo.

Uno studio recente ha rivelato un dato allarmante: il costo del cibo per le famiglie a basso reddito è aumentato fino al 50% negli ultimi quattro anni. Molte famiglie con bambini lottano per coprire le spese quotidiane.

Julian Sammut, presidente della Alfred Mizzi Foundation, racconta che Dar Papa Franġisku, la prima mensa dei poveri di Malta, ha aperto nel 2016 come parte di un’iniziativa per celebrare i 100 anni dalla fondazione di Alf. Mizzi & Sons, azienda specializzata in importazioni alimentari.

Volevamo creare un luogo dove le persone potessero mangiare con dignità ,” afferma Sammut. La fondazione, che fornisce gli ingredienti per i pasti, inizialmente ha collaborato con Caritas per la gestione della mensa. Successivamente, l’ingresso del governo ha portato alla creazione della Fondazzjoni Dar il-Hena, che oggi gestisce due rifugi: Dar Papa Franġisku per uomini e Dar Maria Dolores per donne, oltre a un rifugio a lungo termine chiamato Reach.

Chi desidera aiutare questi rifugi può farlo donando scarpe nuove, giacche, articoli per l’igiene personale e valigie, oppure offrendo volontariato nella preparazione e distribuzione dei pasti.

Per maggiori informazioni, è possibile contattare i numeri 7702 6644 o 2788 8211.

Foto: Chris Sant Fournier
Video: Times of Malta

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